Quando scappi, è perché stai nascondendo qualcosa e hai paura delle conseguenze. È una verità assoluta, ed è quella alla base della tragedia di Ramy Elgaml, morto a 19 anni mentre era in sella allo scooter guidato da un suo amico, in fuga dopo aver ignorato un controllo dei carabinieri. Non tratterò qui la dinamica, le indagini, le polemiche sulle forze dell’ordine che lavorano in un clima di odio e delegittimazione sempre più forte, perché le somme si potranno tirare solo alla fine di tutti gli accertamenti. Una ricostruzione che è comprensibile solo se si conoscono tutti gli aspetti della vicenda, e che spesso noi sottovalutiamo o non conosciamo.
La realtà è che ciò che ha innescato una serie di circostanze che hanno portato allo schianto, è a monte. Non c’è più il senso dell’assunzione di responsabilità, che viene ancora prima della violazione della regola. Viviamo immersi in un sistema di regole, quelle dello Stato, della convivenza sociale, delle relazioni. Non sempre siamo tutti in grado di rispettarle, a volte sbagliamo. Tutti noi, almeno una volta, ne abbiamo infranta una, consapevolmente o meno. Abbiamo fatto una scelta, pensando che quello che avremmo ottenuto nel violare quella regola, potesse permetterci di arrivare ad un obiettivo, fosse anche quello di superare le persone in coda al superamercato per poter arrivare prima alla cassa.
Chi era alla guida dello scooter ha scelto di non fermarsi, probabilmente perché aveva paura di affrontare la multa e la denuncia per essersi messo alla guida senza patente, forse per altri motivi ancora. Quello che è accaduto dopo, lo sappiamo. Se invece si fosse fermato, se avesse affrontato le conseguenze delle sue scelte, accettato che “farla franca” avrebbe dato solo un brivido momentaneo, spazzato via una presunta certezza che nella vita evitare le responsabilità sia una scelta intelligente, chissà come sarebbe potuta andare… Magari sarebbe cambiato, invece di risvegliarsi arrabbiato, con le conseguenze delle sue azioni da affrontare, con un amico che non tornerà più…
Avrebbe potuto essere tutto diverso, avrebbe potuto prendere coscienza di essersi messo sulla strada sbagliata, di aver lasciato che la vita lo conducesse lontano da nuove possibilità, da una vita diversa da quella di prima. Avrebbe magari ricevuto l’abbraccio inaspettato dei suoi genitori, delle persone che gli vogliono bene. Persone disposte a dimostrare comprensione magari a fronte della propria incapacità di stargli accanto nel modo migliore, a loro volta consapevoli e disposte ad esserci in modo diverso.
Non lo sapremo mai.
Ecco perché è importante, ancora di più dell’insegnare a rispettare le regole, farlo rispetto all’assunzione di responsabilità. Quando si sceglie di affrontare le conseguenze delle proprie azioni, dei propri errori, delle proprie criticità, allora sì davvero è possibile un cambiamento. Sono le sliding doors della nostra vita, perché nulla “accade e basta”, noi siamo il risultato delle scelte che facciamo.