La scelta dei nuovi quattro componenti della Corte Costituzionale troneggia sui giornali, ed è giusto che sia così anche se troppo spesso ne si ignora la funzione, il potere, che invece ha incidenza sulle vite di tutti noi. I quattro giudici della Consulta sono stati eletti al termine di una lunga contrattazione tra maggioranza e opposizioni, fino alla votazione in Parlamento. Si tratta di Maria Alessandra Sandulli, scelta in qualità di “tecnica”, di Francesco Saverio Marini (Fratelli d’Italia), Roberto Cassinelli (Forza Italia) e Massimo Luciani (per le opposizioni).
Perché è così importante? Perché rappresenta (o dovrebbe rappresentare), un fondamento della nostra Democrazia. Il lavoro della Corte Costituzionale è nata per garantire che le leggi non minaccino i diritti fondamentali, quale strumento di garanzia di legalità e giustizia.
Ma cosa fa esattamente la Consulta? La sua principale funzione è quella di assicurarsi che le leggi italiane siano in linea con i principi stabiliti nella Costituzione. Ciò significa che, se una legge viene considerata in contrasto con la Costituzione, la Consulta ha il potere di annullarla, proteggendo così i diritti dei cittadini. Questa verifica non coinvolge solo le leggi di nuova approvazione, la Corte può anche giudicare leggi già esistenti se qualcuno le contesta per presunta illiceità. Un altro importante compito della Consulta è risolvere i conflitti tra le varie istituzioni statali, garantendo che ogni parte del governo rispetti le proprie competenze e non oltrepassi i limiti. Questo aiuta a mantenere un equilibrio tra i poteri dello Stato, evitando che uno di essi possa abusare della propria autorità.
Negli ultimi dieci anni la Consulta è intervenuta su diversi temi, tra cui il dichiarare illegittima la norma che limitava il diritto al riconoscimento dello status di rifugiato ai soli cittadini provenienti da Paesi non appartenenti all’Unione Europea, escludendo di fatto gli apolidi, dichiarare illegittima la norma che prevedeva l’esclusione dai concorsi pubblici per coloro che avevano riportato condanne penali per reati non gravi, ma in particolar modo durante e dopo la pandemia, dove ha avuto un ruolo fondamentale nel garantire il rispetto dei principi costituzionali e dei diritti fondamentali, in un contesto di emergenza e di forte limitazione delle libertà individuali.
E’ stata infatti chiamata in causa rispetto alle misure adottate dal Governo per contrastare l’emergenza sanitaria, in particolar modo sgombrando il campo sui DPCM (Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri) utilizzati per introdurre restrizioni e limitazioni ai diritti fondamentali durante la pandemia, definendoli non atti normativi di rango secondario, bensì provvedimenti amministrativi. Questa qualificazione ha avuto importanti conseguenze sulla loro legittimità e sul loro controllo di costituzionalità. A tal proposito, dopo aver scrutinato la legittimità costituzionale delle diverse misure restrittive adottate, bilanciando la tutela della salute pubblica con la salvaguardia dei diritti fondamentali, in alcune occasioni, la Corte ha dichiarato l’illegittimità di alcune norme, in quanto non proporzionate o non adeguatamente motivate.
E’ di fatto, l’organo dello Stato con più potere nel nostro Paese.
Chi sono i quattro giudici
Maria Alessandra Sandulli, professoressa ordinaria di Diritto Amministrativo e Giustizia presso l’Università degli Studi Roma Tre. Presso la medesima Università, figlia di Aldo Sandulli, già presidente della Corte Costituzionale, è la “tecnica” sulla quale tutte le parti politiche si sono trovate d’accordo.
Francesco Saverio Marini, costituzionalista indicato da FdI, è considerato il “papà” del premierato. Alle spalle ha diversi incarichi di prestigio, tra cui consigliere giuridico a Palazzo Chigi, capo della Segreteria tecnica del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Antonio Catricalà, consigliere all’Autorità antitrust e anche vicepresidente del consiglio di presidenza della Corte dei Conti.
Roberto Cassinelli, avvocato genovese indicato da Forza Italia, ex parlamentare, primo firmatario e relatore della riforma del sistema forense, è stato nominato alla Camera dei deputati membro della Commissione permanente Giustizia, segretario della Giunta per le autorizzazioni e del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa.
Massimo Luciani, costituzionalista romano indicato dal Pd, è professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico presso La Sapienza di Roma ed è stato presidente dell’Associazione Italiana dei Costituzionalisti per il triennio 2015-2018, e ha ricevuto il ‘Premio Sandulli’ nel 2017.
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