Un processo secondo giudizio immediato, ovvero senza passare per l’udienza preliminare, è quanto chiesto dalla Procura di Milano per Antonio Di Fazio, manager farmaceutico accusato di cinque casi di violenza sessuale a carico di giovani donne, e già sotto processo per la violenza sessuale di una stagista di 21 anni. Le accuse riguardano altre quattro cinque donne divenute vittime delle sue aggressioni sessuali, quattro giovani e la ex moglie del 50 enne, la quale ha presentato ben 13 denunce dal 2009, per fermare le sue presunte persecuzioni. Arrestato a maggio dopo la prima delle sei accuse mosse a suo carico, Di Fazio ha parzialmente ammesso quanto gli viene contestato. Sul suo computer gli inquirenti hanno trovato le immagini di almeno tre delle sue presunte vittime. Dopo il suo arresto la Procura di Milano ha riaperto le indagini anche sul caso della ex moglie, che lo ha accusato di averla maltrattata durante il primo anno di matrimonio e poi perseguitata quando lei ha deciso di lasciarlo. Non solo, ha anche denunciato di essere stata narcotizzata e violentata, esattamente come accaduto alle altre cinque giovani che lo hanno denunciato. A far partire le nuove indagini a carico del 50 enne è stata la denuncia di una giovane che, a soli 21 anni, la scorsa primavera è divenuta vittima di violenza sessuale dopo averlo incontrato, convinta di presentarsi ad un importante colloquio di lavoro per un possibile stage.
La nostra opinione
Tredici denunce e il nulla, oltre dieci anni di niente, poi ci si domanda come mai le donne non denunciano? Se gli inquirenti avessero approfondito quei fascicoli, queste cinque giovani donne sarebbero divenute comunque ulteriori vittime delle stesse violenze? Perché nessuno risponde di questi mancati provvedimenti preventivi, cautelari, che dopo una o due denunce dovrebbero essere scontati?
La violenza sulle donne è una piaga difficile da cauterizzare, ma il primo passo deve farlo la Giustizia. Se una donna denuncia merita di essere ascoltata, se una donna denuncia è suo diritto sentirsi protetta e vedere chi le causa dolore o la aggredisce dietro le sbarre, o per lo meno che le sia assicurato di uscire di casa serena senza possibilità di incontrarlo.
Di Fazio invece, stando alle ricostruzioni degli investigatori, avrebbe avuto anche modo di aggredire e abusare di altre donne, dopo averle narcotizzate, e scattare anche loro delle fotografie poi ritrovate dagli inquirenti sul suo computer.
Andava fermato nel 2009.