Reddito di cittadinanza: truffa da 6 ml, 960 indagati

Sono 960 le persone indagate per una truffa da 6 milioni di euro ai danni dello Stato, a seguito di una maxi inchiesta della Polizia Municipale di Torino sul Reddito di cittadinanza.

Gli indagati, oltre 300 di nazionalità rumena, avrebbero utilizzato dati falsi e dichiarato residenze fittizie, pur di ottenere il sussidio economico.

È stata un’indagine partita da un controllo a seguito di una plateale commissione di reato da parte di un uomo, sorpreso dai ghisa torinesi mentre prelevava al bancomat con diverse carte di pagamento elettroniche tra le mani. Fermato, è stato sottoposto a controllo, dal quale è emerso che fossero tutte carte Postepay rilasciate per il reddito di cittadinanza e intestate ad altre persone, le quali avevano tutte autocertificato un Isee pari a zero e la stessa residenza, fissata ad un indirizzo virtuale creato dal Comune di Torino per rifugiati e persone straniere titolari di protezione internazionale e umanitaria. Tutti i 330 cittadini romeni indagati hanno utilizzato lo stesso indirizzo e tra loro vi sarebbero parecchi legami familiari.

LA MIA OPINIONE

Possibile che in questo paese il controllo sia inesistente? Come è possibile che si possa autocertificare la residenza per ottenere un sussidio statale, quando per usufruire della sanità pubblica i comuni mortali che hanno il domicilio in altre regioni comporta file all’Asl, documenti, firme, per attestare chi siamo e da dove arriviamo?
Fin quando il concetto di regola, rispetto e onestà non troveranno applicazione in una legge, continueremo a regalare soldi ai disonesti e ai criminali, invece di supportare chi davvero ha bisogno e, non da ultimo, ha voglia di lavorare e costruirsi un futuro.

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