Scontri di Piazza e devastazioni: questi strani obiettivi di serie A e di serie B

Premessa doverosa: il Sindacato in generale è certamente una delle Istituzioni più importanti del nostro Paese che ha contribuito, negli anni, più lontani che recenti, alla crescita delle tutele dei lavoratori ed allo sviluppo equilibrato nei luoghi di lavoro.

Il fascismo, e le sue ridicole manifestazioni odierne, in ogni forma, sono talmente lontane dalla effettiva possibilità di far anche solo presumere che un fenomeno sociale ed un movimento politico del genere possa ripresentarsi nel Paese, da far apparire più come macchiette da fumetto i nostalgici “camerati” dal braccio teso che soggetti (tantomeno politici) da temere.

Ed infine, la violenza, in ogni sua realizzazione, è da condannare sempre e comunque.

Siamo tutti d’accordo credo. Insomma, francamente ritengo che solamente un pazzo possa oggi pensare che un Paese civile possa tollerare la violenza, consentire movimenti politici anche solo vicini all’idea di fascismo o lasciare i lavoratori senza tutele.

Vorrei però soffermarmi sullo strano ed improvviso fenomeno mediatico di questi giorni.

Vi chiederei di fare una veloce ricerca su Google o su qualsiasi altro motore di ricerca che abitualmente utilizzate sui vostri smartphone ed inserire parole quali scontri violenti, gravi scontri, incidenti in piazza o qualsiasi analoga modalità di selezione. Vi si aprirà un lunghissimo elenco di eventi e notizie quasi esclusivamente riconducibili a movimenti antagonisti di varia e diversa natura, No Tav, No global, aderenti a centri sociali finanche qualche filmato di gruppi sindacali di base, radicali, coinvolti in violenti, talvolta violentissimi scontri. Arresti, agenti feriti, città saccheggiate.

Anche i più pigri o maldestri digitali ricorderanno sicuramente Genova, le piazze di Roma devastate, il saccheggio di Milano il giorno dell’apertura di Expo, gli scontri al Brennero, i centri sociali di Napoli. Camionette della Polizia date alle fiamme, Prefetture assaltate, gazebo di partiti politici devastati. Banche, negozi finanche una caserma dell’Esercito imbrattate e date alle fiamme.

Hanno meno valore ? Sono meno importanti questi siti, questi luoghi, della sede del sindacato ?

Eppure non ricordo tutte queste prese di posizione per le centinaia di agenti feriti  (qualcuno è pure morto e non fa onore ad un Paese civile vedere il suo assassino divertirsi nuovamente allo stadio sventolando la bandiera), per i militanti di partiti politici picchiati, per i negozianti devastati dai debiti derivanti dalla distruzione.

Se contrasto alla violenza deve essere, ed in effetti deve essere, ci vogliono leggi adeguate, severe, che vadano a colpire tutte quelle forme di manifestazioni violente e che troppe volte abbiamo visto “tollerate” dalle nostre forze dell’ordine, evidentemente per scelte politiche non certamente loro.

Se così non fosse, saremmo di fronte all’ennesimo rivoltante tentativo – ben orchestrato dai soliti gruppi di potere – ormai palesatisi ai più, di combattere gli avversari politici non con le idee, i progetti, i programmi elettorali e le proposte di legge bensì con la consueta macchina del fango ben coordinata da giornali, Procure, intellettuali, professori e minoranze rumorose varie, incapaci di imporsi con le normali regole della democrazia ma molto più brave ad escogitare piani d’azione degni dei peggiori servizi segreti sovietici.

Alias Giulio Cesare

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