Non toccateci playboy: libertà di pensiero dove sei?

Parrebbe quasi di vivere in un Paese normale, democratico, dove la libertà di pensiero e la diversità di opinioni dovrebbero essere un valore aggiunto ed un progetto su cui investire, magari coinvolgendo i giovani.

Ci dicono che si è liberi di esprimere la propria idea, purché non si limiti la libertà degli altri. Certo, pensiero condivisibile.  Ma è davvero così o il pensiero dominante di questi ultimi 50 anni, che ben sappiamo da dove proviene, ci ha reso talmente assuefatti a ciò che sentiamo e che ci circonda da farci sentire in colpa quando si pensa ad un concetto in contrasto, giammai si pensi addirittura di poterlo manifestare ?

È un po’ di tempo che rifletto su questo aspetto: siamo davvero liberi di poter esprimere ciò che pensiamo o in cui crediamo senza venire tacciati ed accusati delle peggio appartenenze illiberali e fasciste, finanche omofobe e razziste?

Mi spiego con degli esempi.

Sarà possibile in questo paese pensare di avere il diritto di poter vivere chiedendo un po’ di sicurezza, poter andare a mangiare la pizza la sera, parcheggiare l’auto nei garage sotterranei, andare a prendere un treno senza essere aggrediti da banditi di qualsiasi natura? Si può o dobbiamo essere tacciati di razzismo immediatamente? Perché signori non c’entra niente la provenienza o la nazionalità dei balordi, c’entra il fatto che l’80% di questi – italiani e non – dovrebbero essere in carcere perché pluripregiudicati. La rimanente parte  forse non avrebbe dovuto mettere piede in Italia sin dall’inizio, pregiudicati già nei loro Paesi. Si può chiedere rispettosamente questa cosa o si offendono i soloni che negli anni e decenni passati hanno introdotto le peggiori leggi del mondo, fatte di patteggiamenti, riti abbreviati, sospensioni della pena, indulti e chi più ne ha ne metta. Si può almeno essere liberi di pensare che questa modalità di gestione della sicurezza e di conseguenza della giustizia è indegna ed indecorosa di un paese civile o dobbiamo continuare a tollerare per molti anni ancora rave party, droga party, cortei che si trasformano in guerriglia, ladri che girano armati nelle nostre case, bande di balordi che si aggirano indisturbate nei nostri paesi?

Non è che se chiedo di poter andare ai giardini con mio nonno e mia nipote in sicurezza devo per forza essere descritto come razzista o giustizialista, sia mai sovranista o populista, perché pretendo rispettosamente ed in silenzio di potermi sedere sulla panchina senza essere rapinato o scippato.

E ancora sarà possibile in questo Paese pensare che sia assurdo dare credito ad una diciottenne scandinava che vorrebbe dettare regole ed agende sull’inquinamento globale quando proprio la sua è la generazione dell’aria condizionata in ogni classe, degli smartphone con batterie non riciclabili, dei più disparati mezzi di spostamento privi di qualsivoglia aspetto ecologico, della disponibilità di vestiti fatti dai bambini cinesi?

Non è che se dico che non si combatte così l’inquinamento ambientale, con un manipolo di studenti secchioni appena oltre l’adolescenza, devo per forza essere additato come quello a cui non frega niente dell’ambiente. Posso ritenere corretto che se ne occupino gli scienziati, gli ingegneri, gli studiosi o per forza ci dovete imporre Peter pan e l’allegra brigata di cuccioli?

È di oggi la notizia che su Playboy in copertina compare un modello gay al posto della consueta e nota coniglietta con cui ogni maschietto eterosessuale ha sognato di avere un’avventura.

È ancora lecito chiedere di avere una donna sulla copertina di Playboy o devo essere sepolto vivo come leader dell’omofobia mondiale?

Se compro Playboy sarà perché sono etero, non sarebbe più giusto aprire una seconda testata?

È come andare in edicola a comprare la gazzetta dello sport e trovare all’interno le pagine del Sole 24 ore. Perché? Perché è politicamente corretto? È progressista? Il progresso non arriva mai per imposizione, ma semmai per condivisione.

Posso e possiamo essere liberi di pensare che fa tristezza e anche un po’ ridere vedere questi gruppi di bambini in corteo a Milano che nel 2021 cantano “bella ciao”, canzone partigiana, con il pugno chiuso? Mio nonno, partigiano vero, sono sicuro che ne avrebbe riso borbottando come faceva lui “questi non sanno neanche quel che dicono e voglio dettare legge” …

Fa un po’ ridere vedere Brusca che ha ucciso Falcone (e la moglie, quella vera, non le presunte spasimanti) poter camminare liberamente, i brigatisti fare i professori universitari in Francia e i pluripregiudicati con il reddito (di cittadinanza, sic!) più alto di infermieri e bidelli.

Qui si tratta di voler essere razionali, logici, legati a degli schemi di funzionamento delle città e degli Stati affidati ai professionisti, a chi ha studiato, a chi ha esperienza di lavoro, e non lasciati in mano ad Heidi ed al suo compagno di banco che ancora non ha passato la pubertà…

Rimaniamo liberi per favore, almeno liberi di pensare, di poter esprimere la nostra opinione, la nostra idea, le nostre diverse valutazioni rispetto alla univocità del pensiero dominante, senza per forza dover essere accusati di qualcosa. Si può avere un pensiero diverso senza per forza essere fascisti, razzisti, giustizialisti omofobi (ovviamente sempre e solo quando si rispettano tutte queste categorie, ci mancherebbe altro)?

Persino allo stadio, ahimè, sta diventando impossibile essere liberi di fischiare un giocatore perché sia mai che il fischio possa turbare la sua sensibilità di giovane intellettuale andatosene per 12 milioni all’anno tradendo il valore di una maglia.

Valore. Libertà. Regole. Esisteranno ancora o ci stanno riuscendo a ridurci ad un unico dominante intelletto?

Ho la netta sensazione di trovarmi dalla parte della maggioranza silenziosa che però sta lentamente soccombendo sotto l’imposizione di una minoranza che vuole occupare tutti gli spazi, i settori, gli ambiti, i giornali, i social. Tutto. Basta. Che razza di libertà sarebbe questa?

Alias Giulio Cesare

LEGGI ALTRO