“Le donne senza velo che scendono in strada saranno perseguite”. Così l’Iran ha annunciato al mondo intero di voler stringere ancora di più il cappio attorno alla libertà delle donne, una serie di misure più “severe”, rispetto a quelle adottate dalla Repubblica Islamica, inaccettabili se immaginate in occidente. La decisione è stata annunciata dal capo della polizia di Teheran, Abasali Mohammadian, dopo due anni di costanti proteste partite a seguito della morte di Mahsa Amini, la giovanissima curdo-iraniana morta dopo essere stata arrestata per non aver indossato il velo, nel 2022. Una decisione che va contro l’opinione della stragrande maggioranza degli iraniani, il cui oltre 80% è contrario all’obbligo dell’Hijab. L’operazione “luce”, come è stata denominata, prevederà seri provvedimenti e condanne per tutte coloro che verranno sorprese a capo scoperto, che non potranno lasciare il Paese, usare i social media, saranno multate e private dei servizi sociali, fino all’arresto. In Afghanistan i Talebani hanno annunciato di voler tornare a lapidare le donne accusate di adulterio, anche in pubblico. Lo ha reso noto il leader supremo, Hibatullah Akhundzada, in diretta televisiva, parlando della reintroduzione della fustigazione pubblica e della lapidazione per adulterio.
Cosa ha a che fare la condizione della donna con il potere? Andiamo per gradi.