Il dramma di una donna abusata e di una seconda a cui il marito ha dato fuoco

Violenza sulle donne, due arresti in Lombardia in poche ore

 

Hanno litigato, come accadeva da tempo, e lui le ha gettato addosso una tanica di benzina e un accendino, per darle fuoco.

È accaduto nelle scorse ore a Limbiate, in provincia di Monza, dove un uomo di 40 anni è finito in manette con l’accusa di maltrattamenti, su disposizione del magistrato di Milano (non è chiaro come mai non si parli di tentato omicidio), grazie al tempestivo intervento dei carabinieri. Dopo una furente discussione, per futili motivi, la donna si è rintanata in bagno, a fare il bucato, mentre suo marito è uscito a comprare una tanica di benzina, è tornato a casa e gliela ha rovesciata addosso, poi le ha scagliato contro un accendino con la fiamma fissa ed è fuggito. Mentre il figlio della coppia dava l’allarme al 112, la donna ha fortunatamente reagito togliendosi subito i vestiti avvolti dalle fiamme, riuscendo a scappare e cavarsela con ferito superficiali. Sul posto sono arrivati carabinieri e vigili del fuoco che hanno spento le fiamme che avevano investito lavatrice e arredi del bagno. Poco più tardi hanno rintracciato il marito orco, di origine ucraina, e lo hanno arrestato. A una manciata di chilometri, sempre in provincia di Monza, un’altra donna ha rischiato il peggio per mano del marito, che l’ha selvaggiamente picchiata, colpendola con diversi pugni al volto, perché si è rifiutata di subire un rapporto sessuale, davanti ai due figli di quattro e sei anni. Salvata grazie ad una telefonata dei vicini di casa, ai carabinieri ha raccontato di essere vittima di violenze ed abusi da parte del marito da anni e che lui, entrambi sono di nazionalità rumena, le aveva detto che per la legge italiana la parola dell’uomo vale più di quella della donna.

Due storie di violenze e soprusi, di prevaricazione e possesso, nei confronti delle donne. Siamo così sicuri che non sia vero che nel nostro paese la parola della vittima abbia meno peso rispetto a quella che garantisce impunità al carnefice? Siamo davanti ad un’emergenza sociale che le istituzioni continuano ad ignorare.

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