Canali pay tv pirata, smascherata rete illecita nazionale, denunciato ideatore

Ha messo in piedi una maxi rete di frode per visualizzare i programmi di ‘Mediaset Premium’, ‘Sky’, ‘Dazn’ e ‘Disney Channel’, riuscendo a trasmetterli illecitamente su due piattaforme streaming pirata e guadagnando oltre 500 mila euro in quattro anni. E’ quanto ordito da un 70 enne nato in Belgio, ma residente da anni in Lombardia, in provincia di Varese, denunciato al termine di una vasta indagine della Guardia di Finanza di Varese.

. L’uomo, secondo il pm milanese Enrico Pavone che ha firmato la conclusione delle indagini, “si introduceva in sistemi informatici e telematici televisivi, protetti da dispositivi di sicurezza”, per poi metterne in vendita i contenuti, e “su iptvpanamacity e tvstreaming italia, a lui riconducibili”, riuscendo a piazzare l’abbonamento a oltre 1.900 persone, denunciate a loro volta per ricettazione.

Nei giorni scorsi i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Varese hanno notificato l’avviso di conclusione indagine nei confronti del presunto responsabile della frode, per l’esercizio di un’attività di commercio di abbonamenti “pirata” svolta attraverso siti internet e finalizzata alla diffusione dei contenuti di intrattenimento televisivo e multimediale offerti da note piattaforme televisive a fronte del versamento di un canone mensile. In particolare, lo sviluppo investigativo di alcune segnalazioni per operazioni sospette, in gergo denominate s.o.s., da parte dei militari della Compagnia di Gallarate ha consentito agli investigatori di intercettare tempestivamente l’alert di inquinamento del particolare settore economico-finanziario, scoprendo che il 70 enne offriva, dietro la corresponsione di un canone periodico a proprio favore, servizi televisivi a pagamento su tutto il territorio nazionale tramite proprie piattaforme internet.

Le indagini di polizia economico-finanziaria e gli accertamenti bancari eseguiti avvalendosi delle facoltà di polizia valutaria hanno consentito ai militari di identificare i suoi clienti che, per usufruire dell’abbonamento IPTV pirata, hanno effettuato pagamenti al reseller varesotto mediante bonifici bancari o ricariche con carte prepagate.

La frode si è concretizzata nella contraffazione, a fini di lucro, dei marchi delle società Mediaset Premium, Sky, Dazn, Disney Channel coperti da copyright utilizzati per pubblicizzare la vendita di abbonamenti illegali su siti internet riconducibili all’indagato, nella diffusione di interi palinsesti televisivi di canali ad accesso condizionato oltre che nella trasmissione in streaming tramite un dispositivo connesso alla rete internet, quali smart tv, tablet, pc, smartphone, dei programmi delle stesse società, la cui visibilità non è fruibile indistintamente da tutti gli utenti della rete, in quanto criptati, ma riservata esclusivamente ai clienti sottoscrittori di regolari abbonamenti.

Attraverso i contatti presenti sui siti internet (numeri di telefono, indirizzi mail, canali di messaggistica istantanea dedicati) l’offerente indagato gestiva le richieste di informazioni e la stipula dei contratti di abbonamento con i singoli “clienti” i quali, in seguito alla comunicazione del MAC Address, ricevevano il numero dell’ordine con gli estremi per l’esecuzione dei pagamenti.

Singolare che, al fine di declinare ogni responsabilità nel caso di visione di tali canali nel nostro Paese, agli abbonati era indicata anche una delle condizioni di vendita dei prodotti, con la quale sul sito “pirata” veniva espressamente comunicato ai medesimi che la visione di tali palinsesti televisivi avrebbe potuto comportare loro dei rischi collegati ai diritti esclusivi di diffusione della proprietà intellettuale.

Infine, allo scopo di valorizzare lo sviluppo del patrimonio informativo acquisito in sede di analisi dei flussi finanziari ed utilizzato nel contesto investigativo, previa concessione del nulla osta dell’Autorità Giudiziaria, le fiamme gialle hanno contestato illeciti amministrativi nei confronti dei numerosi “sottoscrittori” di abbonamento con l’applicazione di sanzioni per un ammontare complessivo pari a circa 300.000 euro, e alla tassazione dei proventi illeciti in capo all’indagato, frutto delle operazioni di vendita illegale, oltre che omessa dichiarazione dei redditi. Il 70 enne è quindi accusato di contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero di brevetti, modelli e disegni”, violazione della proprietà intellettuale e Frode informatica.

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