Cold Case Nada Cella, gli audio rabbiosi dell’indagata alla criminologa che ha riaperto il caso (AUDIO)

“Riaprono il caso, ti ci trascino per i capelli, non fare la finta tonta, stronza, hai paura eh?”. Queste alcune delle parole che sarebbero state inviate via audio messaggi dall’indagata nella riapertura del Cold Case sulla morte di Nada Cella, 25 enne uccisa a Chiavari nel 1996, alla criminologa che ha permesso che le indagini ricominciassero da capo.

È una storia di coraggio quella che vi raccontiamo, in perfetto stile “Coraggiosamente.it”, quella di Antonella Pesce Delfino, una giovane professionista determinata e caparbia, che del suo lavoro ha fatto una passione. Due anni fa questa giovane, una laurea in veterinaria e una in psicologia, ha deciso di approfondire la sua specializzazione in criminologia, all’Università di Genova. Per farlo ha ripreso in mano il caso della giovane Nada, trucidata a botte nell’ufficio commercialisti nel quale lavorava, apparentemente rimasto senza un colpevole. Ha studiato il caso, spulciato nelle carte, conosciuto la madre della vittima (il padre è mancato poco tempo dopo la figlia, stroncato dal dolore), e ha deciso di capire se qualcosa fosse stato tralasciato. Ha trovato una possibile pista, dettagli non considerati, errori apparentemente banali che per lei però avevano un senso. Accompagnata dalla madre di Nada è andata in Procura ad esporre le sue tesi, fin quando non è riuscita a far riaprire il fascicolo che oggi vede indagata Annalucia Cecere, ex insegnante, per omicidio aggravato. Secondo la Procura avrebbe agito per gelosia.

Quella mattina Nada era sola in ufficio quando è stata aggredita e, secondo le nuove indagini, Cecere sarebbe stata vista uscire dalla sede dello studio proprio in quelle fasce orarie. Stando all’inchiesta la donna, allora 28 enne, si era invaghita del titolare dello studio professionale che, però, sarebbe invece stato innamorato della vittima.

I messaggi, quantomeno inquietanti, che ascoltiamo oggi, sono stati inviati dalla Cecere nel 2019, dopo le prime “indagini” svolte dalla Delfino proprio per andare a fondo alla vicenda. Ora sono anche questi al vaglio della magistratura.

 

CONTINUA A LEGGERE

SEGUICI SU TELEGRAM