Carceri nord Italia, parla Uilpa: la situazione è insostenibile

Aggressioni, mancata assistenza nei penitenziari, personale senza ferie e allo stremo, la denuncia del sindacato

Il sindacato della Polizia Penitenziaria Uilpa ha inviato alla nostra redazione diverse note stampa nelle quali spiega la difficoltosa condizione di lavoro per gli agenti della Polizia Penitenziaria in servizio in diverse carceri del Nord Italia. A parlare è Domenico Benemia, segretario Uilpa per la Lombardia, che tratteggia gravi lacune nel sistema e la situazione emotiva di un personale stanco.

Le ferie non garantite a Natale a Como

“E’ con sgomento che si apprende come nella Casa Circondariale di Como, luogo che si prefigge di essere tempio della rieducazione del reo e posto in cui la legge dello Stato viene riaffermata, sia in atto un stralcio a tutte le norme del buon senso e al comune spirito del senso di equità”, scrive, “dopo aver preso in visione la documentazione trasmessa dalla Direzione alle Organizzazioni Sindacali, abbiamo constatato come molti poliziotti penitenziari, appartenenti al ruolo agenti/assistenti, non abbiano visto riconosciuto il diritto di poter trascorrere qualche giorno dalle proprie famiglie, essenzialmente al Sud Italia, né nel periodo Natalizio né in quello a cavallo tra la fine del 2021 e l’inizio del nuovo anno”.

Ciò stride “con ogni logica alla base delle normative di fonte primaria e secondaria sul recupero psicofisico del dipendente, cozza ancor di più con l’enorme sacrificio che è stato chiesto, nei mesi trascorsi, a quei silenziosi servitori dello Stato che indossano il basco azzurro”, ha proseguito, “infatti non ci si può dimenticare come nel solo mese di ottobre del corrente anno siano stati 12 i colleghi che sono dovuti ricorrere alle cure del Pronto Soccorso cittadino in seguito di aggressioni da parte di alcuni detenuti poco inclini al rispetto delle regole. Né si può tralasciare il fatto che la Casa Circondariale di Como metta, negli ultimi anni, a dura prova i poliziotti penitenziari con continui e quasi quotidiani eventi critici”. Secondo Uilpa “non appare quindi rispettoso, né dell’impegno profuso da questi uomini e donne al servizio dello Stato né di ogni regola di buon senso, penalizzare dei poliziotti penitenziari dopo aver chiesto, per mesi e mesi, sacrifici continui. Né appare equo, o rispettoso di una tematica importante quale quella delle pari opportunità e dell’ugual accesso agli stessi diritti, che i colleghi a turno, ossia quelli in prima linea, quelli a maggior contatto con la popolazione detenuta, abbiano dovuto sottostare alla soglia di presenza del 67% (ossia le ferie sono state concesso lasciando in disponibilità all’Istituto detentivo il 67% dei colleghi), mentre i colleghi impiegati in mansioni di ufficio hanno potuto accedere al diritto legittimo delle
ferie con soglie di presenza richieste meno esigenti, ossia del 50% ed in alcuni casi limite anche minori”. Poi Benemia aggiunge: “non è compito né interesse di questa Sigla Sindacale contrapporre fra loro differenti aree operative, tuttavia non appare coerente con un concetto di equo accesso ai diritti consentire, un esempio su tutti, ai colleghi del ruolo agenti/assistenti dell’ufficio “Sala Regia” di poter scendere ad una soglia di presenza di circa il 40% durante il periodo Natalizio, consentendo quindi a tutti coloro che ne abbiano fatto richiesta di potersi recare in ferie, ed allo stesso tempo chiedere invece un più gravoso 67% ai colleghi quotidianamente in prima linea, quotidianamente impegnati nelle varie mansioni a turno, rifugge alla coerenza instaurare Commissioni sul tema delle Pari Opportunità in ambito nazionale in seno all’Amministrazione Penitenziaria per poi mortificarla in sede decentrata”.

A Monza aggressione con ferimento di un agente

Un agente della Polizia Penitenziaria di Monza ha riportato la frattura delle dita di una mano, dopo essere stato aggredito da un detenuto, insieme ad altri due colleghi. A quanto emerso, mentre i poliziotti aprivano le celle in vista della consueta passeggiata all’aperto prevista per i carcerati, un detenuto si è scagliato contro l’agente e altri tre colleghi presenti nel corridoio, scalciando calci, pugni e spintoni. Nella colluttazione uno dei poliziotti, un sovrintendente, ha avuto la peggio. Soccorso è stato trasportato in ospedale a Monza, dove gli è stata diagnosticata una frattura scomposta delle dita, a causa della quale dovrà essere operato nei prossimi giorni. “È solo l’ultimo degli atti violenti avvenuti nel carcere di Monza in questa settimana”, ha detto Domenico Benemia, segretario Uilpa, “manca l’assistenza psichiatrica continua e la linea morbida della direzione va a discapito degli uomini e donne della Polizia Penitenziaria”. Venerdì, ha proseguito Benemia, “un detenuto ha minacciato di botte una sottufficiale, mentre un altro detenuto si è procurato dei tagli per poi buttare il sangue sui muri”. Poi ha concluso: “la Uilpa dice basta, la Polizia Penitenziaria di Monza è allo stremo delle forze, le aggressioni sono quotidiane , c’è stanchezza, amarezza , sconforto, impossibilità di intervento in quanto non c’è un protocollo di intervento”.

A Como segnalata criticità per Covid con una lettera al Provveditore

“Uilpa ha appreso con sconcerto dell’arrivo di una detenuta, proveniente dalla Casa di Reclusione di Brescia, che sembrerebbe essere affetta da Covid-19, seppur almeno in apparenza senza sintomi evidenti. Sembrerebbe, e se la notizia fosse confermata non farebbe altro che aumentare le perplessità su questa infelice scelta, che il trasferimento sia avvenuto perché l’Istituto di detenzione originario non era idoneo alla permanenza della reclusa in quanto non dotato di un reparto
Covid-19. Qui, Signor Provveditore, è imperativo per questa Segreteria Locale porre fine ai quesiti ed agli interrogativi ed affermare con forza quanto di pubblica conoscenza: la sezione del reparto femminile in cui la reclusa è stata ubicata non è assolutamente idonea alla permanenza di detenute positive. Non è accettabile infatti la decisione di allocare la detenuta in questione in una cella situata in un corridoio dove vi è il transito obbligatorio delle detenute adibite ai lavori interni, così come non è accettabile tacere il fatto che le detenute “nuove giunte” (che si trovano in isolamento cautelativo) transitino in quel corridoio per recarsi ai locali doccia ed al cortile passeggi. Tutto ciò non può che amplificare in modo esponenziale il rischio che qualche altro soggetto possa diventare vettore di rischio contagio per tutto il Reparto Femminile ed infine per tutta la Casa Circondariale. Quanto sopra esposto non è che il venir meno non solo delle cautele di ordine sanitario previste dalle varie circolari emanate dal Ministero della Salute e dal Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria per quanto di propria competenza, è anche (o quantomeno potrebbe configurarsi anche) come un venir meno delle tutele per i lavoratori previste dal Decreto Legislativo 81/2008, ossia il Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Questa Segreteria Locale non può che invitare pertanto, qualora le notizie sopra esposte venissero confermate, ad adottare in tempi celeri le necessarie misure che possano non solo riportare serenità lavorativa alle colleghe in servizio al Reparto Femminile ma anche salvaguardare la salute e la sicurezza di tutti gli operatori della Casa Circondariale di Como”. A firmare la missiva per Uilpa è Maria Pia Greco.

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