L’insegnante che si è dato fuoco e il post rimosso del sindacato

E’ un giallo il drammatico gesto di un insegnante di 33 anni, originario della Calabria, che ieri si è dato fuoco davanti ad una caserma dei carabinieri nel cosentino, ma che lavorava in Lombardia. Un giallo però che desta un certo stupore, dato che per chi fa cronaca, oltre 24 ore sono sufficienti a risalire alle motivazioni normalmente, che se giustamente derivanti da questioni personali, così vengono descritte senza entrare nel dettaglio.

Sul gesto di questo giovane, rientrato a casa da poco, il nulla. Per la verità ieri, come pubblicato in rete da diverse persone, sul profilo twitter di un sindacato di lavoratori della provincia di Monza e Brianza, è uscito un post nel quale si dava, come ragione del drammatico gesto, la sospensione dal lavoro per la mancata vaccinazione. Quel post, però, è svanito nel nulla. Come mai? Forse il sindacato ha azzardato un’ipotesi senza verificarla? Forse le notizie arrivate sul caso sono state fuorvianti? Tutto è possibile, ma resta davvero incomprensibile come mai ancora oggi non vi sia nessun tipo di spiegazione a quanto accaduto.

ECCO LA VICENDA

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LA  MIA OPINIONE

Diversi anni fa, per protestare rispetto ad alcuni cantieri per la costruzione di un importante galleria, un ristoratore si diede fuoco in mezzo alla strada. Lo salvarono due poliziotti. In meno di due ore sapevamo chi fosse e perchè avesse deciso di ricorrere ad un gesto così estremo.

Questo silenzio, senza scivolare nel complottismo, lascia per lo meno perplessi.