Tremila chilometri in due giorni, da Busto Arsizio alla Polonia, per salvare i profughi ucraini bambini di Chernobyl che a Busto Arsizio sono spesso ospiti di diverse famiglie. L’impresa coraggiosa è quella di don Giuseppe Tedesco, parrocchia di San Giuseppe a Busto Arsizio, che è partito con un pulmino e una macchina, insieme ad altre tre persone, per andare a prendere dieci ucraini in fuga dalla guerra. Otto sono minorenni, dai 9 ai 15 anni.
Il prete coraggioso è partito il 27 febbraio dalla Lombardia, diretto a Lodz, città a sud di Varsavia, dove ha già realizzato metà della sua opera, ovvero far rientrare in Italia alcuni bambini e una mamma con un neonato. Si tratta di bimbi che hanno già soggiornato a Busto Arsizio, un’estate all’insegna della salute e del relax, per quei bimbi di Chernobyl che l’infanzia l’hanno avuta difficile.
Manca poco e il prete eroe tornerà a casa.
LA MIA OPINIONE
Ho avuto l’onore di incontrare quei bambini, qualche anno fa, quando vivevo a Busto Arsizio. L’associazione di genitori che li ospita ha chiesto a mio marito di organizzare una giornata in caserma, per fargliela visitare. Per l’occasione anche i nostri labrador sono stati dotati di “alta uniforme”, con il collare con i gradi che si deve ai cani dei militari. Sono stati loro il centro della visita, alla fine, tra coccole, sorrisi diffidenti e tanto calore. I loro occhi, così meravigliati e grati, mi hanno trafitta come la freccia di Cupido. Non oso immaginare cosa sia per loro, già così provati per il loro passato, vivere questa tragedia oggi.