Politica, elezioni, libertà e democrazia: perchè votare.

Parliamo di politica ed elezioni. In queste settimane abbiamo assistito a una campagna elettorale fatta di accesi scontri, insulti e accuse e ci siamo ritrovati immersi in un clima che decisamente non fa bene a questo Paese. La politica è una bellissima cosa, quando questo significa presentare un progetto, presentare delle idee, e dare meno peso alle ideologie. Non importa chi sia il migliore in campo, la cosa importante è non cercare di comunicare che il migliore siamo noi. Il confronto deve restare sul campo delle proposte, non sull’essenza di chi le propone. Esistono tanti modi di rivolgersi alle persone, di solito in politica si tende a non far trasparire quello che siamo noi davvero, e credo questo sia un grande errore. Non mi è piaciuto il modo di questa sinistra di attaccare costantemente la destra, aggrappandosi a ricordi di un passato che per fortuna non esiste più, spesso trasfigurando idee dell’avversario in qualcosa che non sono, fingendo che quello che vogliono mantenere non sia un sistema di potere. È chiaro che a livello internazionale esista da decenni una cordata democratica molto forte. Quello che è meno chiaro è meno trasparente sono le realtà, imprenditoriali, nella maggior parte dei casi colossi e multinazionali, che ci sono dietro. Quello che non mi piace della destra e l’incapacità di mostrarsi come un fronte unito sotto ogni punto di vista. Questo perché l’unità di intenti è quello che dà maggiore garanzie di stabilità a un Governo. Siamo stanchi di veder salire al potere coalizioni raffazzonate che nessuno ha eletto e finalmente abbiamo di nuovo la possibilità di dire la nostra. Allo stesso tempo abbiamo bisogno di un governo forte, coeso, capace di reggere agli attacchi degli avversari, siano essi interni, esterni, nazionali o internazionali. L’Italia è un paese meraviglioso, al cui interno sono nate realtà produttive e imprenditoriali che l’hanno resa nota in tutto il mondo e primeggiare a livello di qualità su tantissimi altri paesi nel mondo. Quello che manca è un sistema di regole snello, chiaro, trasparente, che permetta a questo Paese di continuare a crescere. L’Europa è stata una grande invenzione, peccato che quello che rappresenta oggi sia molto lontano da ciò che avrebbe dovuto essere.

Il nostro paese merita di avere grande voce in capitolo a livello internazionale. Siamo nel centro del Mediterraneo, abbiamo risorse straordinarie, la nostra società è una delle migliori al mondo, eppure rispetto ad altri giganti dell’unione europea contiamo molto poco. È questo che deve cambiare, anzi, avrebbe dovuto cambiare molto tempo fa. Oggi dobbiamo chiederci chi ha fatto in modo che l’Italia non emergesse a livello internazionale, e in cambio di che cosa l’abbia lasciata scivolare in basso. Partendo da questo presupposto, ognuno con le proprie idee, dobbiamo riporre fiducia e in coloro che reputiamo idonei al cambiamento di questo aspetto fondamentale. Non è più rimandabile infatti, il ritornare ad essere uno dei paesi più importanti del mondo. Se vogliamo bene alla nostra Italia dobbiamo andare a votare. Non importa per chi, o meglio, certamente importa ma non sarò io a dare un’indicazione in questo senso. Dobbiamo farlo. Andare a votare significa esercitare un diritto e da adempiere a un dovere, entrambi sono fondamentali per il mantenimento della democrazia.

Qualora nessuno dei partiti o dei movimenti che si sono presentati a queste elezioni rispecchi il nostro sentire, non dobbiamo rimanere seduti sul divano ad attendere, nella convinzione che “tanto il nostro vuoto non avrebbe cambiato nulla”, perché questo non fa altro che alimentare il circuito non virtuoso di coloro che campano di politica sapendo di poter arrivare, perché gli italiani preferiscono rimanere a casa. Piuttosto andiamo a votare, facendoci registrare, per poi scrivere quello che pensiamo sulla scheda elettorale che, risultando nulla, in grandi numeri recapiterà comunque un messaggio chiaro.

Ed ora parliamo della legge elettorale con cui andremo a votare. Quella che c’è stata lasciata in eredità è una legge elettorale che impedisce alle nuove realtà di partecipare alla competizione. Le tempistiche scelte per queste elezioni l’hanno resa ancor più restrittiva. Questo dobbiamo chiedere a chiunque salirà al governo, il cambiamento dello strumento più importante per determinare chi guida un Paese, ovvero le elezioni. Dobbiamo pretendere che da oggi in poi il popolo italiano sia messo nelle condizioni di votare, utilizzando ogni strumento possibile. Lo Stato ci ha costretti, di fatto, a dotarci di Spid, ma non ci consente di utilizzarlo per esercitare un nostro diritto fondamentale. Allo stesso modo, annunciando le elezioni il 25 settembre, ha messo in serie difficoltà coloro che hanno scelto di affacciarsi alla politica, nella raccolta delle firme per poter essere ammessi alla corsa elettorale. Per chi non lo sapesse, sono necessarie centinaia e centinaia di firme suddivise territorialmente, per iscrivere un movimento politico alla competizione elettorale nazionale. Queste stesse firme devono essere raccolte alla presenza di un autenticatore, ovvero un dipendente comunale, un consigliere comunale, un avvocato o un notaio, tutte figure che devono accreditarsi per poter svolgere questa funzione. Immaginate quante di queste figure siano state disponibili tra luglio agosto. Allo stesso modo, Maria in vacanza a Cervia ma resiste ma residente a Bolzano, così come Pietro residente a Roma è in vacanza In Puglia, non hanno potuto firmare per un qualunque movimento neonato, se non nella loro provincia di residenza. Credo non sia necessario aggiungere altro. La libertà passa anche da questo, soprattutto da questo. Non dimentichiamocelo.

Valentina Rigano

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