Grande vittoria di Giorgia Meloni, diciamoci la verità…

Ha vinto lei.

Ha vinto la tenacia di chi si è scocciata di farsi definire da abiti altrui, di chi si è affamata di politica, di desideri, diritti, regole e che sì, a molti non piacciono, ma evidentemente a tanti altri sì. Ha vinto la capacità di ascoltare, non quella di “parlare alla pancia”, come dicono gli avversari i quali sono decenni che affermano cosa debba essere “di pancia” e cosa no, cosa si debba pensare e cosa no, da quale “parte” della società bisogna stare, dopo aver loro stessi creato una “parte”, fingendo invece di voler costruire un mondo “inclusivo, libero e colorato”. Ha vinto anche l’essere donna. Eh già, quella prepotenza che ha spazzato via come un ciclone il diktat maschilista pedissequamente rispettato nei decenni da tutta la politica: ‘ho ragione io, io sono il “verbo”, la verità, la verità quella giusta, e tu devi “stare al tuo posto e tacere’.

Ha vinto quel desiderio di gridare al mondo chi siamo, quanto siamo capaci, quanto abbiamo costruito nei secoli e quanto siamo strategici, mentre per decenni hanno tentato di farci credere che non valessimo niente, perché al resto della tavola rotonda fatta di sorrisi conditi in salsa vinaigrette, dopo aver appena mangiato un wurstel, hanno sempre voluto farci credere che fosse colpa nostra che non capiamo quanto in realtà funzioni quell’abbinamento di sapori, quando invece noi abbiamo un ricettario che fa impallidire il mondo.

Ha vinto la capacità di pronunciare un discorso non recitato, sposato davvero, non scritto da altri, mentre dall’altra parte la macchina del fango è stata prevedibilmente deprecabile, ma ha perso comunque.

Questa volta ha vinto davvero la persona. Mi auguro che possa lavorare, mi auguro che abbia scelto le persone giuste per farlo, mi auguro che ricordi sempre cosa significa pensarla diversamente e poterlo dire, come in realtà chi sostiene che con questa donna, la prima donna della storia della Repubblica, la democrazia sia a rischio, ha tentato di toglierci quel diritto per anni, continuando a dirci cosa si deve pensare e cosa no.

Ha perso l’egocentrismo e la mancanza di voglia di costruire cose nuove, di chi avrebbe potuto fare qualcosa di davvero innovativo, ma si è perso nelle solite logiche.

Ha perso l’incapacità di uomini di mettersi d’accordo nello scegliere strade nuove, ha perso chi è rimasto a casa sul divano, arrabbiato, e che domani si lamenterà di nuovo, ancora e ancora, perché in “questo Paese non cambierà mai nulla”, quando ancora non ha compreso che stando a casa non fa altro che fomentare questo meccanismo. Ha perso l’incapacità di essere lungimiranti, interpretare i tempi che necessitano non solo di marce diverse, ma di marce nuove, che abbiano magari anche più volti, ma sempre estremamente trasparenti, coinvolgenti e diretti. Ha perso chi voleva disperatamente essere il nuovo, ma non lo è. Ha perso chi non ha saputo ascoltare e coinvolgere.

Ha perso chi per anni ha preteso di insegnare al prossimo cosa e soprattutto come bisognasse pensare, creando correnti di potere che non permettono a chi non è allineato di accedere a determinati ruoli, spesso determinanti, specialmente nell’editoria e nell’arte, quando entrambe doverosamente dovrebbero essere trasversali.

Ora io non so cosa succederà, non ho la palla di vetro, ma da donna che conosce chi ha vinto, e non attraverso le pagine dei giornali schierati, sono contenta e sono sicura che per le donne questo sia sì un cambiamento epocale. Per tutto il resto, di cui tanto non condivido, spero in un cambiamento cammin facendo. Là fuori, la stampa estera che definisce se andiamo bene o meno, rispetto alle loro aspettative o pretese, che titola in modo indegno, questa mattina, si dovrebbe vergognare. Chi fa il mio mestiere, dentro e fuori i confini, dovrebbe farsi un serio esame di coscienza.

Io sono e sarò sempre per la libertà di pensiero, tanto che ho collaborato alla nascita di un movimento che della libertà ha fatto il suo centro. E chi professa la libertà deve avere l’onestà di riconoscere quando questa viene messa in discussione non a parole, ma con i fatti.

Ora vedremo cosa succederà, per intanto, chi si affanna per cercare sempre il mostro negli altri, per criticare gli altri, per dire che gli altri sono sbagliati, trovi la forza di tacere.

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