Oggi, per la festa della mamma, prima di tutto voglio chiedere scusa a mia figlia e a tutte le figlie, per quello che la mia generazione di mamme e donne non riuscirà a fare per loro. Voglio chiedere scusa per quella parità che ahimé non riusciremo a rendere effettiva neppure noi e che quindi sarà ancora una loro battaglia, per quelle che di noi continuano a crescere figli maschi settati su modelli di coppia prevaricanti, con ruoli ben definiti stile “se lava i piatti mi ammazza la libido” (ndr…), fino a quelli violenti. Si perché ci sono anche questi e va detto. E non parlo di quelle donne che non riescono ad uscire da certe situazioni, quelle mamme che non riescono ad andarsene con i figli ma vorrebbero. Parlo di quelle che restano, per scelta. Che pur di non rinunciare a uno stile di vita, a non scombussolare dinamiche di affari, vanno oltre, insegnando ai loro figli che tutto ha un prezzo.
Voglio chiedere scusa a mia figlia e a tutti i figli di cuore, per l’ignoranza che non saremo riusciti a spazzare rispetto al tema della famiglia, dell’amore, che ancora oggi aleggia nell’aria e soprattutto qui, sui social. Quando sarà grande sono certa non avrà neppure la tentazione di dialogare con certe ignoranze, ma oggi là fuori so che può trovarle, come io ne ho incontrate fuori e in rete. A me fanno pena, ai nostri bambini possono nuocere, e io spero non accada mai a mia figlia, non vorrei essere nei panni di chi ne sarebbe autore…
Voglio chiedere scusa ai ragazzi, per quanto noi mamme non saremo in grado di spiegare loro che possono essere sensibili, ballare, cucinare, odiare il calcio, ed essere attraenti tanto e quanto più di altri. Scontato? No. Ancora oggi ci sono madri che crescono i figli dicendogli che queste cose sono da “femmina“.
Voglio dire grazie a mia mamma, per avermi cresciuta “diversa” da tante altre figlie e figli, per avermi aperto la mente, gli occhi, sul mondo. Grazie per ogni esperienza, momento complesso sotto un cielo di profumi sconosciuti, per ogni salto nel vuoto dalla finestra del mondo, per la fantasia e la musica che viaggia nel sangue e lo riempie, e ne ha fatto il nostro “DNA”.
E poi voglio dire grazie a mia figlia, per avermi fatto capire che essere madre è qualcosa di molto diverso da quello che ci hanno costretto a pensare sempre. Mi ha fatto capire che è la persona, la donna, che fa la madre, e non il contrario. Lo pensavo anche prima, ma più di una volta mi è stato detto “eh, cambierai e cambierai idea”. Non sono cambiata, non ho cambiato idea. Grazie figlia mia.
Una mamma
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