Guerriglia urbana vs Polizia, ecco dove ci stanno portando. È questo che vogliamo?

Persona di buon senso? Si si, parlo proprio con te. Tu che hai le tue idee ma ascolti quelle degli altri, tu che non sei mai convinto al 100% di avere ragione, che ami il confronto, che sei disposto a cambiare opinione, mi rivolgo a te. Quello che sta succedendo in questi giorni deve spingerci a riflettere e pensare cosa poter fare, perché con la scusa dell’ideologia e il pretesto di “ciò che è giusto”, siamo andati troppo oltre.
Iniziamo da Pisa, con onestà intellettuale, rispetto al comportamento di chi ha usato la violenza quando si poteva e doveva evitare. Cosa è accaduto realmente? Lo vedremo tra poco. Questo giustifica quando accaduto ieri a Torino? L’assalto di una volante della Polizia che aveva fermato una persona? Il poliziotto ferito va bene? Il Presidente della Repubblica interverrà anche su questo di episodio?
Le frange violente che agiscono nascondendosi dietro la bandiera delle ideologie ci sono sempre state, da una parte e dall’altra. Possiamo chiamarle come vi pare, ma restano sempre e solo violenti. Il problema oggi, però, è che da una parte vengono giustificate, raccontate come una “necessità per scongiurare” non si sa bene cosa, quando non addirittura fomentate. Questa non si chiama democrazia, si chiama prevaricazione, si chiama ottusità, si chiama non avere più un pensiero proprio e agire con qualunque mezzo pur di affermare la propria ideologia. Si chiama in un altro modo…
Con onestà, chiarezza, proviamo ad affrontare la questione passo per passo, perché senza una riflessione seria, ci avviciniamo pericolosamente a un confine che mi auguro nessuno voglia superare.

Le vicende di Pisa

Una manifestazione indetta nel giorno del G7, presieduto da Giorgia Meloni non è stato un caso. Ci sta, fa parte del “gioco” della politica, che tanto gioco non dovrebbe esserlo dati i temi sul tavolo e la tragedia che si sta verificando a Gaza.

Purtroppo però, ormai da anni quel tipo di manifestazioni tendono con una precisa volontà a non svolgersi come dovrebbero, con un preciso intento provocatorio verso le forze dell’ordine. Questo significa che chi ha usato il manganello ha fatto bene? Per quanto mi riguarda no, non in quel frangente e non contro giovanissimi studenti. Eppure nessuna delle persone che ha parlato della vicenda lo ha fatto con obiettività, nessuno. C’era una “squadracontro l’altra, cosa che non dovrebbe esistere. Mai. In queste settimane ho partecipato a più di una sfilata, manifestazione, fiaccolata, per Ilaria Salis. Non si è fatto male nessuno. Eppure hanno gridato, hanno detto la loro opinione, come è giusto che sia.

Tornando a Pisa, in quel punto preciso, a protezione e del Consolato Americano, un mezzo della Polizia a chiudere l’accesso, probabilmente è stato commesso un errore, ovvero quello di posizionare una ventina di agenti stretti tra i manifestanti e un angolo cieco. Dopo minuti e minuti di insulti, sputi, spintoni, quando vedi la folla che avanza può succedere di sentirsi schiacciati e reagire. Non si dovrebbe, ma è umano. È giusto sanzionare, indagare e prendere provvedimenti, per carità. Chiedo però, come mai nessuno si solleva, in politica o sui giornali, quando a tornare a casa con la testa fracassata sono i poliziotti? Succede e anche spesso, solo che non se ne parla.

 

I fatti di Torino

 

Un’auto della Polizia presa d’assalto da un gruppo di persone (anarchici?), un agente ferito, per “liberare” un immigrato fermato senza documenti. Questo si chiama pericolo eversione, non ci sono altre definizioni. Chi si prenderà la responsabilità? Arriveranno messaggi autorevoli? 

 

Le differenze

 

In questi giorni qualcuno ha sollevato, legittimamente, la questione delle differenti reazioni quando in altre circostanze, vedi Portuali e manifestazioni no vax, sono stati usati i manganelli e nessuno ha detto nulla. Commenti su commenti di chi fa la differenza: qui si manifesta per la libertà di un popolo, là erano dei cretini che occupavano il suolo pubblico. Sul serio? Quindi esistono manganelli cattivi e buoni a seconda di chi sia il bersaglio? E chi lo decide? Se la violenza è da condannare lo è sempre, a prescindere dalle idee di chi manifesta, se non lo fa per promuovere che so, un gruppo terroristico (…). Nel mio Paese desidero che chiunque possa dire la sua, rispettando l’altro, la legge e le cose altrui, così come io sono libera di pensare che sia un cretino. 

Spaccare le vetrine, le auto lanciare sassi, con il passamontagna in testa al grido “libertà” è battersi per la democrazia? No, è violenza. Credere di essere sempre dalla parte della regione, che il proprio pensiero sia sempre quello corretto e che gli altri vadano spazzati via con ogni mezzo, è democrazia? No è violenza. 

L’incoerenza di tanti che riempiono la bocca della parola “democrazia” è spaventevole e inaccettabile.

 

Il coraggio delle idee

 

Mentre scrivo queste parole ho paura. Sì ho paura, perché so che verrò attaccata, che come sempre mi si riempiranno le pagine di insulti, ma non si può cedere alla paura. Non ho ceduto ai ricatti ideologici nel mio lavoro, non ho ceduto ai ricatti ideologici per pubblicare un libro, non ho ceduto ad alcun ricatto ideologico nella vita, mai. A caro, carissimo prezzo. Ho le mie idee, non mi lascio etichettare e magari qualcuna sarà anche sbagliata, ma nessuno deve avere la presunzione di dirmi che lo sia o farmi sentire sbagliata per ciò che penso.
Vi lascio con questo pensiero, su cui riflettere.
Ho proposto giorni fa, in una scuola primaria, di organizzare un momento con i carabinieri durante una manifestazione. La macchina con la sirena, quando c’è il cane, sono piccole cose che piacciono ai più piccoli e li avvicinano alle divise viste e dipinte sempre come nemiche. Orbene mi è stato risposto “nell’organizzazione ci sono pensieri diversi“, riferito alla posizione politica, quando una voce ha detto qualcosa che non mi è piaciuto. Ecco, non dovrebbe essere così, perché chi rappresenta lo Stato è di tutti. Fin quando non lo capiremo, resteremo fermi. Fin quando non lo capiremo e lo pretenderemo, avremo perso. 

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