Cure domiciliari vs vaccino. Una battaglia che non ha senso di esistere, se non fosse che politicamente ha permesso di acuire ancor di più il dibattito già partito tra i pro e contro Green Pass.
Nulla di più sbagliato, secondo la nostra opinione, perché si tratta di due ambiti diversi. Scienza, medicina e una decisione politica più o meno orientata a dare teoricamente sponda a quella scientifica.
Andiamo per ordine.
Le Cure Domiciliari, oggi oggetto di costanti attacchi, rappresentano una realtà utile alla battaglia contro il virus che ha stravolto le nostre vite? Assolutamente sì. Per quale ragione ancora oggi sono esaltate da alcuni e diffamate e negate da altri? A causa di una disinformazione dilagante e di posizioni politiche. Le Cure Domiciliari necessiterebbero di ricerche e studi che ne attestino la validità? Assolutamente sì, e presto ci saranno novità in merito a quanto ne so, ma se gli studi non esistono è perché nessuno ha voluto farli. Studi sull’utilizzo di x farmaci in fase precoce, ovvero entro i primi tre, cinque giorni dall’insorgenza dei sintomi, non ce ne sono. La letteratura scientifica è piena di studi, in vitro e su pazienti ospedalieri, ma non vengono mai illustrati o presi in considerazione tutti. Perché? Non è ancora chiaro.
La vaccinazione, spinta dalla sinistra come unica soluzione all’emergenza, è certamente un’arma importantissima, seppur con le numerose varianti in campo i vaccini odierni non possono essere definiti “perfetti”, ovvero capaci di intercettare e neutralizzare tutte le varianti. Dobbiamo augurarci che gli scienziati siano al lavoro per mettere a punto un ipotetico vaccino “perfetto”. Se sia possibile o meno, sono loro a dovercelo dire. La destra italiana è divisa su posizioni differenti, più eterogenee, ma dalle quali emerge un dato troppo spesso ignorato, ovvero la comunicazione sulla campagna vaccinale e le lacune nella sua organizzazione.
Se è vero che vaccinarsi sia sempre e comunque un rischio, così come lo è l’assunzione di qualsiasi farmaco, è altrettanto vero che mettendo i medici di medicina generale nelle condizioni di poter supportare i propri pazienti nella scelta del vaccino più idoneo, si sarebbe aiutata la popolazione spaventata, dubbiosa e preoccupata, a sentirsi più sicura. Se non si fosse “ballato” tra fasce di età, open day, e quanto altro, probabilmente la fiducia verso le indicazioni dello Stato sarebbe stata decisamente più alta.
Perché ostinarsi a considerare il cittadino come un ottuso ignorante al quale ordinare cosa fare senza possibilità di ottenere risposte? Ci sono persone che non si lasceranno convincere a prescindere, così come ci saranno persone che non si sono poste alcuna domanda, credo che nessuna delle categorie sia quella da tenere in considerazione. Domandare, chiedere rassicurazioni in un momento di grave emergenza come questo, è sacrosanto ed è un diritto che va rispettato. Le persone vanno rispettate.
Proseguendo nella diatriba, si torna alle Cure Domiciliari. Fin dall’inizio oggetto di sospetti, diffidenza e poca considerazione, parlando della politica e dell’informazione, oggi sono diventate ring di uno scontro aperto, politico e scientifico. Ad uscirne peggio, mi spiace dirlo, è proprio la comunità scientifica, incapace di scendere a patti con il fatto che una verità assoluta in questo anno e mezzo non esista, e con la volontà di portare avanti le proprie posizioni senza prendere in considerazione quelle di altri colleghi. Quel che passa dalla televisione, soprattutto negli ultimi giorni è che esistano medici di “serie A”, e medici di “serie B”, ospedalieri omniscienti e “ciarlatani” della rete. È davvero così? Dal momento che non sono stati fatti studi, e in un anno e mezzo sarebbe stato possibile farne tanti, di sicuro nessuno può dire che l’approccio di Cura Domiciliare non funzioni per definizione. Dall’altro lato, ed è sempre la mia opinione, ci sono migliaia di persone che hanno potuto ricevere supporto, clinico e psicologico, grazie alle centinaia di medici volontari che si sono messi a disposizione delle persone, i cui medici di medicina generale o non sapevano come aiutare (e hanno collaborato con i volontari) o hanno deciso di non fare nulla in attesa dell’evolversi della malattia. La politica è stata investita della necessità di approfondire questo tema, quando ancora i vaccini non erano disponibili. Sono i medici ad aver scelto quale partito o singolo esponente politico dovesse parlare di Cure Domiciliari Precoci? No. Ricordiamocelo.