Coppia italiana abbandona figlia avuta con utero in affitto

 

La piccola è arrivata in Italia, a Torino per la precisione, dove verrà autorizzata l’adozione e incontrerà i suoi genitori

È nata da un utero un affitto in Ucraina, dove in questi giorni un centro specializzato sta effettuando gli sconti “black Friday”, ma dopo averla riconosciuta dai genitori italiani, residenti in provincia di Torino, e lasciata crescere con una tata per un anno a Kiev, è stata abbandonata.
È la storia di Anhel, la chiameremo così, nata su richiesta di una coppia italiana che, utilizzando le concessioni del paese straniero che permette di avere figli pagando donne che li porteranno in grembo, sia con gameti dei genitori che senza, improvvisamente è diventata indesiderata. Quando la baby Sitter pagata per accudire la piccola, rimasta a vivere un anno a Kiev con lei, forse a causa del Covid, ha smesso di ricevere lo stipendio, ha chiesto aiuto al consolato italiano. Da lì è intervenuta la magistratura, che ha appurato che i due “genitori” non avessero più intenzione di prendere con sé la piccina, ma le motivazioni sono sconosciute.
I pm della Procura per i Minorenni di Torino hanno incaricato il Servizio per la Cooperazione internazionale di Polizia (Scip) di organizzare il rientro della piccola, grazie anche alla collaborazione della Croce Rossa Italiana. Arrivata in Italia ora Anhel verrà adottata da una coppia italiana.

La mia opinione

I figli non sono un diritto, ma un dono che i genitori fanno al mondo, e questi egoismi che tentano di rendere lecita qualsiasi pratica per ottenere un figlio biologico a tutti i costi, a mio avviso sono indegni.
Un figlio non è un’autovettura per la quale si scelgono gli interni, le caratteristiche varie, come la lista della spesa da completare online. Reputo la pratica dell’utero in affitto una forma di schiavismo deprecabile, e mi auguro che in questo paese non sarà mai resa lecita. Dovrebbe però intervenire la legge su coloro che vanno all’estero per ottenere un figlio pur di non ricorrere all’adozione (sulla quale certamente si deve lavorare), o anche rinunciare. Si, rinunciare. Ormai siamo abituati ad avere ed ottenere tutto ciò che vogliamo, senza limiti. Non funziona così. Di sicuro non può funzionare con centri che mettono online le offerte “black Friday” per l’utero in affitto (sempre in Ucraina), con coppie che commissionano figli e poi se “l’articolo” non è di loro gradimento lo mollano lì come fosse un reso di Amazon.
Essere genitori è un privilegio, ed evidentemente non è per tutti. Sicuramente non per coloro che comprano una pancia e poi abbandonano il contenuto non gradito. Ad Anhel, in definitiva, è andata bene così. Incontrerà i suoi genitori a breve, quelli che le apriranno il cuore per amarla, anche se non ha i loro occhi e i loro geni.

 

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