Dopo che anche questo Natale ce lo siamo dovuti sorbire con mascherine, restrizioni e divieti vari, gel disinfettante e viaggi cancellati, possiamo certamente considerare senza troppa paura di essere smentiti che esiste, ben individuata e definita, una categoria di soggetti, professionalmente ben “inquadrati”, che vanni ritenuti gli sconfitti di questa pandemia: sono gli scienziati soloni della parola, portatori della verità assoluta e possessori unici delle soluzioni di contrasto al virus. Autoproclamatisi tali.
Si sono presentati sin da subito ben vestiti con le loro cravatte “reggimental” sotto camici bianchi forse sfoggiati per l’occasione. Curricula e presentazioni da far invidia a premi nobel, incarichi da imbarazzare i migliori manager, parlantina da gran comunicatori. Ci hanno raccontato e propinato di tutto, dal fatto che si trattasse di una semplice influenza, al corretto utilizzo della mascherina, al lavaggio degli occhi. Il vaccino unica soluzione. Sarebbe bastata una dose, poi due, ora sembra in previsione la quarta. Green pass il nostro nuovo vangelo, super green pass unica via d’uscita.
Immunologi, epidemiologi, pneumatologi, virologi, anestesisti, infettivologi, ricercatori scientifici, studiosi della molecola, super virologi. Abbiamo scoperto professioni di cui sconoscevamo l’esistenza. E di cui sinceramente avremmo anche fatto a meno, pur dovendoci anche chiedere che caspita facessero nella loro esperienza lavorativa prima della pandemia.
Vorrei calare sin da ora un imbarazzante velo pietoso su chi tra questi si è poi scoperto avere incarichi concorrenti ed evidentemente in conflitto di interessi nell’ambito di consigli di amministrazione e comitati scientifici delle aziende farmaceutiche.
Ciò premesso, ci ritroviamo oggi, dopo aver ascoltato tutto ed il contrario di tutto, esattamente al punto di partenza, quasi al primo giorno di pandemia. 50 mila contagiati al giorno, certamente meno gravi ma non era questo l’obiettivo, locali chiusi, zone gialle, bambini in dad.
Poi in silenzio scopriamo che ora esce una medicina antivirale per la cura. Che è stato approvato un nuovo vaccino con una diversa modalità di interazione.
Scopriamo che qualche migliaio di medici hanno curato gente con una semplice terapia domiciliare all’insorgere dei primi sintomi e hanno avuto risultati straordinari, tanto da ritenere di dover chiedere alla magistratura come mai il ministero e gli altri enti competenti non abbiano ritenuto di applicare anche solo in via sperimentale queste procedure.
Sarebbe stato meglio, quindi, un po’ di sana precauzione prima di sparare sentenze definitive su questa o quella soluzione, su questa o quella modalità di contrasto. Ci sarebbe voluto un bagno, prolungato, di umiltà. Avremmo voluto sentire considerazioni sincere, magari meno rassicuranti ma più veritiere, del tipo <<ragazzi, stiamo verificando e stiamo facendo quello che possiamo, nessuno di noi ha la verità in mano e ci vorrà molto tempo per capire bene come affrontare questa pandemia e tutte le sue varianti>>. Troppo difficile ?
Non credo.
Questa situazione sembra ricalcare quella delle guerre militari, dove dietro alle truppe dislocate sul campo di battaglia che perdono la vita coraggiosamente ci sono Generali e studiosi di strategia militare che pontificano di improbabili pianificazioni ed attacchi. La differenza tra fatti e parole, tra concretezza ed ideologia, tra esempio e filosofia spiccia.
Allora oggi il nostro ringraziamento deve andare a quelli che il camice bianco lo indossano molto più sgualcito e con sotto la tuta perché devono correre da un reparto all’altro. Medici ed infermieri ospedalieri, clinici, pubblici o privati che siano, che si fanno veramente il “mazzo”, da due anni, per salvare vite e provare a mettere pezze alle falle create da un sistema che ha fallito.
Il peso dei 150 mila morti del nostro paese è troppo alto per non trarre un insegnamento a quello che è accaduto: siamo stanchi di gente che parla e straparla, di scienziati ciarlieri e cialtroni e di virologi da grande fratello. Meglio il silenzio, meglio poter ascoltare il fruscio del vento che trasporta il nostro affetto per i medici veri, quelli in prima linea, quelli che combattono, in silenzio, al fronte, la guerra contro questa pandemia.
Alias Giulio Cesare