Lo ha sgozzato con un coltello e poi lo ha chiuso nell’armadio. Così un pregiudicato di 40 anni, ai domiciliari, ha ucciso il figlio di 7 anni, ieri sera nella sua abitazione di Morazzone, in provincia di Varese. Il piccolo è stato raggiunto da un solo violento fendente alla gola, morendo in pochi attimi. Poi il killer è salito in auto e ha guidato diretto a casa dei genitori della moglie, a Gazzada Schianno, sempre nel varesotto, dove ha tentato di uccidere anche lei a coltellate, forse usando la stessa arma utilizzata per uccidere il figlio. I carabinieri lo hanno rintracciato all’alba di oggi e, quando sono arrivati a casa sua, hanno scoperto il corpicino senza vita del piccolo.
A quanto emerso il 40 enne era in fase di separazione dalla moglie ed era ai domiciliari per aver aggredito a coltellate un collega di lavoro, poco più di un mese fa.
Nei giorni scorsi aveva ottenuto di trascorrere il capodanno con il figlio che, questa sera, avrebbe dovuto tornare dalla mamma.
La nostra opinione
Si sarebbe potuto evitare? No, si sarebbe dovuto. Una persona violenta, che sferra oltre venti coltellate alla schiena per un litigio a un collega di lavoro, avrebbe dovuto rimanere in carcere. Una persona così violenta, in fase di separazione da sua moglie, avrebbe dovuto essere sorvegliato, soprattutto non avrebbe dovuto essere lasciato da solo con suo figlio.
La Giustizia italiana continua a fallire nel compito di proteggere i deboli, a vantaggio di chi non è in grado di vivere nella società.