Razzismo: a proposito di mia figlia e dell’Ariston

Forse prima di veder sparire il razzismo, dovremmo riflettere su cosa lo innesca sul serio. “È l’ignoranza”, risposta molto semplice, ma forse la associamo al concetto sbagliato. Se non insegniamo alle persone cosa significa essere cittadini di un paese, forse ci stiamo focalizzando sull’aspetto sbagliato.

Lo ha detto bene Lorena Cesarini dal palco di Sanremo, con le sue prime frasi. Non si era mai posta il problema del colore della sua pelle fin quando Amadeus non le ha proposto l’Ariston e sono arrivati “gli haters”. Gli oratori seriali sono la peggior specie esistente sul pianeta terra, chiunque abbia un profilo social questo lo sa molto bene. Solitamente, per altro, non sono odiatori per un motivo solamente, lo sono di professione. Se non se la prendono con qualcuno, non sono contenti. Ecco che allora si da loro importanza, se si sente l’esigenza di sottolineare che Lorena abbia la pelle scura. Io non so se sia stata scelta per questo, data la sua preparazione e la sua bravura, perché se così fosse, sarebbe sbagliato. Sarebbe dare importanza a chi su quel palco e su nessun palco, vuole vedere qualcuno con la pelle scura, o gialla, o di qualunque altra sfumatura che non sia il bianco. È come voler eleggere per forza un presidente della Repubblica donna, perché “fa tendenza”, il che si è tradotto nello spazzare via ogni possibilità a qualunque donna di ottenere quell’incarico, perché le competenze delle candidate sono sparite rispetto al fatto di essere donne.

Essere cittadini italiani significa molte cose, e per tanti che sono nati in Italia, da genitori bianchi, bisognerebbe stracciare la cittadinanza. Sentirsi cittadini di un paese significa rispettarne le leggi, la cultura, dare il proprio apporto per il suo sviluppo, battersi per esso, amarlo. Significa pagare le tasse, non girarsi dall’altra parte quando qualcuno ha bisogno o è vittima di un reato, perché la solidarietà è una delle migliori doti degli italiani.

Essere italiani vuol dire ciò che molti hanno dimenticato, a prescindere dal colore della loro pelle.

Lorena è italianissima, e io sono felice di aver visto una brillante giovane donna sul palco di Sanremo.

Immagino mia figlia, che non ha la pelle chiara, quando domani dovrà confrontarsi con ignoranti nella vita e sui social, se esisteranno ancora quando sarà più grande. Mi auguro per lei avrà la forza e la consapevolezza di comprendere che l’ignoranza non si combatte con l’imposizione, facendo la morale o pretendendo di cambiare la mente delle persone. Spero sia sufficientemente forte da non avere bisogno delle conferme di chi non conosce il mondo, non lo ha mai capito o visitato, perché se sceglie di investire lo fa per comperare l’ultimo gioco della PlayStation e non per scoprire cosa ci sia dopo il confine di Casalpusterlengo, Bolzano o Caltanissetta.

Siamo noi che non dobbiamo essere razzisti, in definitiva, nel nostro pretendere che certe zucche vuote possano comprendere la bellezza del mondo, delle persone e il senso profondo dell’essere cittadini di un paese e del mondo.

Lasciamoli nel loro piccolo brodo primordiale, combattiamoli emarginandoli e non regalando loro lacrime da un palco nazionale. Il loro è un stagno di piccole e sorde certezze, il nostro è un oceano di correnti positive, di contaminazioni, italianità e futuro.

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