“Guarita dal cancro non posso adottare” – Carolina Marconi

L’oblio oncologico in Italia non esiste. Se ti ammali, lotti con tutte le tue forze e guarisci, adottare non ti è possibile. Lo racconta Carolina Marconi, showgirl venezuelana, compagna dell’ex calciatore Alessandro Tulli. In un post su Instagram la giovane ha raccontato passo passo la sua dura battaglia contro la malattia, scoperta quando stava sottoponendosi agli esami per la fecondazione assistita. Una lotta dura, emotivamente e psicologicamente, che Carolina ha vinto. Ora però un’altra batosta, la non idoneità all’adozione. Ecco le sue parole:

Ciao ragazzi come state? Io un po’ giù il motivo? Ve lo spiego. Io e Ale avevamo pensato di adottare un bimbo, visto le tante difficoltà.ci stiamo facendo seguire da un avvocato, purtroppo non sono idonea ad intraprendere un ‘adozione perchè ho avuto un tumore, anche se sono guarita. Più di 900 mila persone in Italia guarite dal tumore non possono essere libere di guardare il futuro senza convivere con l’ombra della malattia. Per questa ragione è molto difficile adottare un bambino, ottenere un mutuo, farsi assumere… Una vera e propria discriminazione. Ci sono paesi come la Francia, Olanda, Lussemburgo, Portogallo, Belgio, che hanno aderito al riconoscimento del ‘Diritto dell’oblio oncologico’, con l’obiettivo di ottenere una legge che tuteli le persone che hanno avuto una neoplasia”.

Con l’associazione Aiom è stata lanciata una campagna per richiedere all’ Italia di adeguarsi, garantendo i diritti degli ex pazienti. Grazie a Carolina sono state raccolte già 24 mila firme, lo scopo è raggiungerne oltre 100 mila, per poi sottoporle al Presidente del Consiglio, affinché cambi la legge.

LA MIA OPINIONE

Sono una mamma di cuore, conosco molto bene la situazione che la giovane coppia sta vivendo. L’attesa, il desiderio e un percorso difficile da percorrere per poter coronare il desiderio di una famiglia. Adottare è già complesso di per sé in Italia, che sia precluso a una persona che ha già dovuto affrontare la lotta con una malattia, lo trovo ingiusto e crudele. E’ chiaro che per il benessere del bambino o della bambina in adozione, una malattia grave non possa essere garanzia di serenità, soprattutto se quella giovanissima vita rischia di ritrovarsi nuovamente “abbandonata” a causa di una perdita. Se però la malattia è debellata, sconfitta, che motivo c’è di impedire ad una giovane donna entusiasta di diventare madre di cuore? In Italia sono necessari 5 anni senza recidiva per poter accedere all’adozione, non pochi per una persona che vuole diventare genitore.

Non facciamo finta di nulla, anche perché questa legge andrà a sanare le molte altre ingiustizie che riguardano i guariti dal cancro.

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