“Saga” Covid: Palù, ipotesi fuga da laboratorio. La verità?

“Diverse ragioni smentiscono uno spillover in natura. Gli esperimenti sui coronavirus sono ammessi, ma la Cina non ha mai collaborato per spiegare le cause. È l’ipotesi più realistica”.

Con queste parole il presidente Aifa Giorgio Palù, ha avvallato la possibile origine non naturale del virus SarsCov2, a distanza di oltre due anni dalla sua comparsa. Nella primavera 2020, intervistando una patologa veterinaria, ricercatrice, io stessa avevo pubblicato un articolo nel quale parlavo della medesima possibilità, come poi hanno fatto altri, sulla base delle conoscenze di chi, i Coronavirus, li studia da decenni. Allora però, affermare una cosa del genere, equivaleva essere etichettati come complottisti dell’ultima ora, piuttosto che terrapiattisti e fabbricatori di fake news. Come mai?

Riavvolgiamo il nastro, come al Corriere della Sera ha spiegato Palù, microbiologo, virologo e presidente dell’Agenzia italiana del farmaco, che ha appena pubblicato un libro dal titolo ‘All’origine. Il virus che ci ha cambiato la vita’, nel quale afferma di aver riflettuto a fondo su quanto è accaduto nei due anni di pandemia.  Relativamente all’origine del virus, sulla quale si focalizza il volume, Palù ha detto che non sia stata ancora rinvenuto “un ospite animale intermedio che abbia permesso il passaggio del virus dall’ospite naturale all’uomo”. Nel mio libro ‘La Rete del Coraggio‘, non me ne vogliate se sembra che voglia farmi per forza pubblicità, pubblicato lo scorso Aprile, viene riportata l’intervista alla patologa veterinaria da me interpellata a fine marzo del 2020, la cui identità avevo protetto perchè temeva ripercussioni sul suo lavoro, dopo avermi spiegato che per i salti di specie occorrono decenni, e che non capiva come avesse fatto il virus a passare all’uomo, quindi esattamente la stessa cosa di cui ha parlato il presidente Aifa.

Secondo Palù, (qui la sua intervista integrale al Corriere), il Covid potrebbe essere passato dall’animale all’uomo “a causa di un incidente di laboratorio“, dopo un “taglia e cuci genomico per modificare il virus di una specie animale e renderlo in grado di infettare l’uomo“, come accaduto nel 1977 “con il virus influenzale H1N1, elaborato in un laboratorio dell’allora Unione Sovietica”.

Perchè manipolare un virus? Forse per studiare in laboratorio quanto potrebbe “avvenire in natura con una mutazione spontanea”, ovvero per prepararsi ad un’eventuale pandemia, che poi si sarebbe però realizzata. Vero? Falso? Chi lo sa.

Infine Palù ha concluso parlando di “saga infodemica“, ovvero una “bulimia di informazioni che credo abbia sconvolto l’opinione pubblica”.

Forse, e dico forse, il lavoro svolto da Coraggiosamente.it, dai medici delle Terapie Domiciliari con Erich Grimaldi, di cui personalmente ho sempre reso partecipe il presidente Aifa, un piccolo contributo lo hanno dato.

Se questioni politiche siano state alla base della necessità di non ipotizzare che la Cina abbia avuto una responsabilità diretta nella diffusione del virus (sempre che, assodato si tratti di una fuga da laboratorio, sia davvero accaduto per mano cinese), e oggi invece lo sia, per dinamiche geopolitiche globali, lo scopriremo (forse) “solo vivendo”.

Valentina Rigano

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