“Gaslighting” e botte, per lui solo divieto di avvicinamento, è Giustizia?

Simulava furti in casa e le dava la colpa, poi 5 litri di argilla nel serbatoio dell’auto

 

Credeva di essere impazzita, di soffrire di amnesie, avere le allucinazioni perché perdeva le cose, si sentiva perseguitata e colpevole, ma non era vero. A farle vivere un incubo continuo, per mesi, è stato il suo compagno, che inscenava furti in casa e atti di vandalismo per poi darle la colpa e continuare a controllarla, umiliarla e picchiarla. E’ accaduto in Brianza, in Lombardia, dove oggi un 48 enne è stato raggiunto da un provvedimento cautelare di divieto di avvicinamento emesso dal giudice, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e “Gaslighting”, una forma di subdola manipolazione psicologica, con cui qualcuno fa percepire alla sua vittima l’evolversi degli aventi attraverso false informazioni, con l’intento di farla dubitare della sua stessa memoria e percezione.

“Non ho mai conosciuto una donna come te, sei una donna che vale zero”, e poi insulti, botte, vessazioni, controllo e isolamento, la compagna dell’uomo secondo le indagini dei carabinieri sopravviveva in una relazione tossica, nella quale era stata costretta a cancellare qualunque uomo dalla sua vita reale e virtuale, nei contatti telefonici e su Facebook, zii e cugini inclusi, perché il 48 enne non voleva che lei avesse contatti con altri uomini. Il lato peggiore della vicenda però, secondo le indagini dei carabinieri, sono stati i furti in casa simulati dall’uomo, il bancomat fatto a pezzi, il badge dell’ufficio manomesso, cinque litri di argilla nel serbatoio della macchina e una ruota squarciata. Era lui a simulare ogni accadimento, per poi scaricare addosso a lei la responsabilità. Inoltre, la controllava con decine di telefonate ogni giorno, messaggi e accessi ai suoi social network. Il terrore in cui la donna viveva è risultato palese agli occhi dei suoi due figli, avuti da una precedente relazione, i quali hanno deciso di installare un sistema di videosorveglianza interna alla casa, all’insaputa della madre e del compagno. Così sono riusciti a documentare che fosse il 48 enne l’autore delle angherie subite dalla loro mamma e far partire denuncia e provvedimento.

LA MIA OPINIONE

Come definire un elemento del genere? Un non-uomo, un essere ignobile, un criminale che non dovrebbe mai più vedere la luce del sole. Eppure è libero, sottoposto a un “divieto di avvicinamento” che di fatto non è nulla, a fronte dell’impegno delle forze dell’ordine a salvare la vita di una donna divenuta preda di un sadico e violento prevaricatore. In che modo, quindi, la legge ha intenzione di proteggere questa donna? Chi sorveglierà costantemente il 48 enne aguzzino, affinché non si avvicini più davvero a lei (e non dovrebbe essergli possibile avvicinarsi più ad alcuna donna)? Nessuno. Chi impedirà che la donna possa ritrovarselo davanti alla porta di casa, pronto ad aggredirla? Nessuno.

Questa è la non-legge italiana, che tutela chi aggredisce e non chi subisce, che concede “il beneficio del dubbio” a un uomo fisicamente e psicologicamente violento, in attesa del processo, davanti a prove chiarissime del suo operato. Ditemi voi se non è il caso di cambiarla, questa farsa…

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