Il discorso del Premier Giorgia Meloni alla Camera

Trasparenza, decisione, libertà, le promesse di oggi nel discorso alla Camera del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Sfondato il famoso “tetto di cristallo” divenendo la prima donna Premier d’Italia, Meloni ha dettagliato le intenzioni dell’esecutivo che presiede, toccando svariati temi, dall’energia alla crisi, dalla gestione pandemica alla ricostituzione di una politica che dialoga di più e litiga di meno.

“Io non avrò mai timore di parole franche, dirette e delle critiche anche molto decise, sono una persona che l’ha fatto in passato, non ho mai risparmiato nessuno e mai ho mancato di rispetto nei confronti dei miei avversari e non mi aspetto che le opposizioni oggi lo facciano con me. L’unica cosa che chiedo è di essere giudicata per quello che davvero dico, penso e faccio“. Questo il concetto che la Premier ha voluto “gridare” a gran voce in aula. Rispetto all’Europa ha precisato “è soggetto forte che dovrebbe fare meno e farlo meglio, non occuparsi di tutto, del resto è scritto nei trattati: è il principio di sussidiarietà, é quello il tema che vi ho posto“, mentre alle donne ha detto chiaramente che “non hanno decisamente nulla da temere con questo Governo e, Presidente e, lo dico all’opposizione, io sono convinta che in cuor loro non lo pensino neanche loro“, specificando che considera “una sconfitta che una donna debba rinunciare alla natalità per avere un lavoro ma anche debba rinunciare ad avere un bambino per lavorare. Mi sembra un modo per garantire piene libertà, è una sfida su cui spero siamo d’accordo. Chiedo libertà concreta e reale, sapendo che sono una madre e privilegiata, ma se per me è difficile tenere tutti insieme...”. Ha criticato il reddito di cittadinanza, spiegando che non funzioni, e infine ha concluso ponendo l’accento sul fatto di essere la prima donna incaricata come Premier, spiegando di provenire “da un’area culturale che è stata spesso confinata ai margini della Repubblica, e non sono certo arrivata fin qui fra le braccia di un contesto familiare e di amicizie influenti. Rappresento ciò che gli inglesi chiamerebbero l’underdog, lo sfavorito, che per affermarsi deve stravolgere tutti i pronostici. Intendo farlo ancora, stravolgere i pronostici, con l’aiuto di una valida squadra di ministri, con la fiducia e il lavoro di chi voterà favorevolmente, e con gli spunti che arriveranno dalle critiche di coloro che voteranno contro“.

La mia opinione

E’ indubbio che vedere una donna alla guida del Paese, per una donna, sia davvero entusiasmante, dirompente, capace di infondere forza e speranza per un futuro di reale parità. Le sue parole, il suo modo di porsi di fronte al suo compito, ad oggi sono state forti, piene di significato, portatrici di fiducia. Di sicuro, dopo tanto tempo, a me sembra di avere di fronte una persona che crede davvero in quello che dice. 

Grandi però sono le attese e i dubbi, su diverse questioni. La prima riguarda il passato, partendo dalla gestione della Pandemia, disastrosa a mio avviso, per la quale in prima persona ho lottato come professionista per dare voce ai medici che volevano contrastare l’emergenza curando i pazienti, a cui il Governo precedente ha chiuso la porta in faccia, e con misure che non hanno avuto alcun effetto positivo sulla gestione stessa della Pandemia. Meloni ha detto chiaramente di non voler replicare quel tipo di gestione, ma la scelta del Ministro della Salute però mi ha un po’ delusa. Avrei voluto fosse scelto un nome fuori dal circuito del precedente ministro della Salute. Le priorità sono tante, virus a parte, come per esempio la mancanza di medici di base, giovani che lasciano dopo poche settimane dall’incarico, per la mole impossibile di lavoro e la mancanza di coordinamento e considerazione della medicina territoriale. Attendo con ansia il progetto del Ministero in tema di sanità territoriale, telemedicina, innovazione, e ovviamente l’istituzione della Commissione di Inchiesta promessa. 

In tema Giustizia, è auspicabile immaginare cambiamenti radicali rispetto alla magistratura, alla certezza della pena, alle misure cautelari per proteggere chi è in pericolo, come donne e minori, in casi di violenza domestica, stalking e quanto altro. Staremo a vedere.

In tema di diritti, la conferma che per le donne non ci sia nulla da temere è ovviamente un ribadire dichiarazioni già fatte dal Meloni, che io ho “registrato” personalmente, ma la preoccupazione difatti non è rispetto a lei, ma altri componenti dell’esecutivo. Lo stesso vale per la libertà di amare, sposarsi, riconoscere come famiglia una persona dello stesso sesso. Questi diritti sono insindacabili, così come il rispetto. Non servono leggi speciali, ne sono sempre convinta, serve cultura, comprensione, approfondimento e una vera libertà di pensiero, per garantire a tutti di sentirsi rispettati e parte della società. 

La crisi economica che la guerra, ma soprattutto le speculazioni in campo di energia sta causando, non possono prescindere da una vera e propria rivoluzione energetica. Non possiamo più aspettare, puntare solo sul gas nei nostri mari, dobbiamo cambiare marcia. Le possibilità ci sono, speriamo che questo Governo voglia e riesca a farlo. 

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