Le gang violente sempre più numerose, lo Stato non fa la sua parte

Tre vittime di aggressioni brutali, a distanza di poche ore, per mano di quattro ragazzi, che oggi sono stati arrestati dagli agenti dell’Unità Operativa della Polizia Locale di Milano hanno arrestato quattro giovani, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Milano, con l’accusa di tentato omicidio aggravato in concorso, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale e porto illegale di arma da taglio. L’operazione si riferisce a due distinti gravi episodi di aggressione messe a segno nel 2022 da parte di una gang di giovani. I fatti risalgono al 5 marzo scorso, quando i quattro ventenni, nel McDonald’s della Stazione Centrale di Milano, hanno aggredito e ferito una guardia giurata solo per averli invitati a lasciare i locali dell’esercizio commerciale. L’uomo èstato buttato a terra e colpito con numerosi calci che avevano provocato fratture a diverse costole con una prognosi di 40 giorni e l’inabilità al lavoro di 78 giorni.  Il tutto era stato ripreso e pubblicato su un canale Telegram. Poi si sono spostati in piazza Leonardo Da Vinci, dove hanno aggredito due coetanei. Una delle due vittime era stata giudicata “colpevole” di aver rivolto un saluto al gruppo e per questo era stata accerchiata dal branco e colpita a colpi di coltello, vicino a organi vitali, mentre un altro giovane, intervenuto nel tentativo di prestare soccorso all’amico gravemente ferito, è stato a sua volta selvaggiamente picchiato, subendo lesioni successivamente giudicate guaribili in 117 giorni.   

La mia opinione

Centodiciassette giorni di prognosi, quasi sei mesi per guarire dalle botte prese per aver aiutato un amico, accoltellato per uno sguardo “di troppo”. Un vigilantes che svolge il suo lavoro, e dice a un gruppo di ragazzotti “hey, ragazzi, è ora di lasciare il locale, devono chiudere”, a sua volta pestato a sangue. Sui cellulari e sui social musica trap, video con passamontagna e armi da fuoco (si spera finte), e la violenza come unico linguaggio possibile. Dove sono state le famiglie di questi fallimenti che camminano nelle nostre strade? Dov’è lo Stato che dovrebbe intervenire prima che ragazzini che crescono in contesti di disagio diventino criminali? Il vuoto. I bulli ci sono sempre stati, purtroppo, e dal punto di vista culturale e sociologico ormai si è ben compreso come affrontare la questione, ma non basta. Eh già, perchè il bullo che ti prende di mira, che ti schernisce, ti umilia, oltre a spingere i più fragili ad atti autolesionistici, trasformare la sua vita in un attimo, quando cresce diventa molto spesso un delinquente. E’ inutile girarci intorno, è così. Alla base ci sono quasi sempre situazioni difficili, contesti culturali inadeguati, modelli genitoriali violenti, privi delle dovute capacità di crescere un figlio. Lo Stato perchè non interviene al primo cenno? Perchè lo vediamo molto e troppo spesso allungare le mani quando ci sono situazioni di difficoltà economiche, ma non quando si tratta di chiare difficoltà genitoriali? Mettere al mondo un figlio non significa automaticamente essere in grado di crescerlo e se, evidentemente, qualcuno non è in grado, per il suo bene e quello della collettività lo Stato deve intervenire.  In questo caso, quello di una gang di giovani maggiorenni, che ormai la fase della mancata educazione la hanno superata, l’unica strada è evidentemente il carcere, l’assunzione di responsabilità e, si spera, forse il recupero. Io però non so quanto crederci.  LEGGI ALTRO SULL’ARGOMENTO SEGUICI SU INSTAGRAM