Il virus dell’Informazione

Ho assistito non senza compassione al triste siparietto Renzi – Gruber – Travaglio.

Vi consiglio di cercarlo on line per dare un po’ di colore a questo grigio lunedì autunnale.

Stavo inizialmente facendo l’errore di relegare questo imbarazzante momento di televisione nei meandri del web quale perfetto esempio di tv trash.

Avrei rischiato di commettere una disattenzione. La gravità delle cose che si sono sentite ed ascoltate in quei venti minuti di para informazione è invece indicativo ed assai importante per capire come lavorano oggi gli organi di informazione e dove ci stanno conducendo con la loro faziosità ormai divenuta vera e propria industria di travisamento di qualsivoglia aspetto della vita sociale.

Inutile premettere che tutti i personaggi coinvolti, nessuno escluso, si ergono abitualmente, da anni, quali portatori sani di moralità ed etica, sovente anche maestri di vita. Per poi sentire i rispettivi avversari scagliarsi parlando di Sauditi, Benetton, Beppe Grillo, magnati ed albergatori, correnti segrete del Vaticano. Cosa c’entra questa gente con noi, con il nostro Paese, con la nostra bella Italia fatta da gente per bene. Cosa centra questo sistema con Falcone e Borsellino, con i medici che sono morti in silenzio per salvare vite da un virus sconosciuto, con i nostri nonni che si sono affannati per far crescere questo Paese insegnando, anche a suon di qualche ceffone, come onestà, verità e libertà fossero valori imprescindibili.

Li abbiamo visti disprezzare e disintegrare Berlusconi, ultimo Presidente del consiglio eletto dal popolo 10 anni fa (anni, non mesi, anni) che per carità, ha le sue colpe certamente ed i suoi vizi, non certo un santo… Li abbiamo ascoltati deridere statisti per il solo fatto di appartenere alla Democrazia Cristiana o agli altri partiti storici del Paese. E ancora li abbiamo visti sostenere con ridicola enfasi dj, portinai e bibitari al Governo e pubblicare libri con cui ci spiegano il percorso da seguire e la giusta strada da intraprendere per “salvare” il Paese.

Ed ora si scopre che “La 7” stipendia Travaglio ospite fisso della Gruber, che Renzi avrebbe progettato la creazione di una specie di apparato segreto per la creazione di false notizie contro i grillini e contro Travaglio, che il direttore de “La Stampa” ha risarcito i collaboratori di Renzi prendendosi la responsabilità di accuse infondate, che i Grillini non sono più i salvatori della Patria, ma pagano il reddito di cittadinanza a banditi della peggior specie probabilmente per riuscire a mantenere un minimo di voti, e un Magistrato, Palamara, abbia svelato presunti anni di azioni di magistrati sparsi nel territorio per poter soverchiare i politici eletti dai cittadini. Il processo di Salvini in Sicilia in cui Richard Gere appare il testimone chiave sembra più il trailer del Grande Fratello che una degna pagina di cronaca nazionale.

Nel frattempo è accaduto che i processi di Berlusconi (ter, quater etc.) si siano rivelati una bufala e che le condanne di tangentopoli siano state il 10% dei politici eletti arrestati e tenuti per mesi in cella.

Insomma, non avete la sensazione che qualcosa non funzioni in questo Paese ?

Sarebbe bene cominciare a pensare che per rifondare seriamente le fragili strutture dello Stato dobbiamo pensare prima ad un profondo lavoro alla ricerca di principi e valori ormai sconosciuti, ovvero l’onestà, la lealtà, l’onorabilità, il senso di libertà, il privilegio di poter servire il paese in incarichi importanti.

La moralità e l’etica che dovrebbero guidare i magistrati quando scelgono quali inchieste condurre, scevri da interessi politici, personali, finanche di carriera.  L’onesta intellettuale dei giornalisti verso i propri lettori, lontani da interessi di partito e mai più supini alle richieste di padroni e finanziatori vari. La sola volontà di salvare vite di medici, una parte dei quali invece sono oggi ancorati a case farmaceutiche che li considerano dei propri “front man” da televisione utili ad ottenere profitti milionari. Il bene della res pubblica quale unico fine di politici oggi attenti solamente alla pagina Facebook.

Alias Giulio Cesare

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