E siamo alla fine del 2021, un anno di bilanci e gratitudine

Valentina Rigano

È stato un anno di sfide, di paure superate, di angosce mai sopite, ma anche di coraggio, grandi esempi e ispirazioni da seguire, così come di bilanci, quelli di chi, a causa della pandemia ha fatto i conti con sé stesso, le sue fragilità ma anche e soprattutto con quanto la vita ci sa dare e noi dobbiamo saper apprezzare.

Questo 2021 è iniziato con grande speranza, immagino per tutti noi, ovvero quella di veder spazzato via questo dannato virus che ha rivoluzionato le nostre vite, limitato la nostra libertà, reso le persone arrabbiate con il prossimo e qualcuno (di troppo) persuaso di avere la verità in tasca, in ogni frangente.

È stato un anno che ci ha fatto credere di poter essere più forti della natura, ma ancora una volta, a prescindere da dove questo virus abbia avuto origine (ci dimentichiamo sempre di più questo “piccolo particolare” che invece dovrebbe rimanere una domanda costantemente in attesa di risposta), abbiamo compreso che non è così.

Nel mio piccolo ho capito ancora di più quanto il lavoro del giornalista sia ingrato, difficile, quanto fondamentale e bellissimo, se lo si fa con amore. Ho lottato contro i detrattori, contro i colleghi sospettosi o facili ad ignorare le richieste di aiuto quando io non le ho mai negate, e anche contro me stessa, per le tante volte in cui avrei voluto mollare e non lo ho fatto e per le altrettanto numerose volte in cui avrei voluto sfogare la mia rabbia precisamente contro qualcuno, ma ho serbato la penna per lavorare e cercare prove, approfondire, invece di lasciarmi dominare dal livore.

Ho capito quanto sia bellissimo poter contare su una famiglia da amare, quanto sia dolorosa la lontananza, e quanto tutto il resto diventi insignificante davanti al dono prezioso della vita e del lottare per preservarla, e non mi riferisco solo al Covid.

Sono stata fortunata, perché attraverso questa tastiera ho scoperto centinaia di persone pronte ad ascoltare, a chiedere, a leggere, a cominciare dalle pagine di questo magazine che sognavo di avviare da molto tempo, e che questa emergenza mi ha dato il coraggio di realizzare.

Posso dire di aver incontrato persone straordinarie, per la loro inventiva, determinazione e passione, come l’avvocato Erich Grimaldi che ha creato una realtà di volontariato indescrivibile, i medici con cui ho avuto il piacere di rapportarmi, da Andrea Mangiagalli al prof. Serafino Fazio, ai volontari e alla straordinaria Giulia Puzzo che ha ideato la web app per le Terapie Domiciliari.

Non ho mollato, perché da due anni a questa parte per me la battaglia è stata e resta la libertà di porre domande da parte di tutti e il diritto ad ottenere risposte, anche se spesso ho posto interrogativi che non sono stati capiti o sono stati volutamente ignorati, questo è ciò che un giornalista deve fare.

Nella furia della guerriglia tra chi “ne sa”, perché se lo dice da solo, e chi viene accusato di essere un “ignorante”, un “no vax” (termine stra abusato senza cognizione di causa), e ancora chi ha parlato a sproposito generando sempre più confusione, tanto che io stessa a vaccinarmi ci sono andata con le gambe tremanti, e non ho alcun problema a dirlo, ho avuto a che fare per la prima volta anche con i “leoni da tastiera”… Sono stata definita nel peggiore dei modi ma, in particolare, e sempre dalla stessa persona (tra gli altri insulti che ora sono nelle mani degli avvocati perché è così che funziona nel mondo reale) “una sconosciuta, una signora nessuno”… Beh, se non essere “nessuno” ha significato poter fare il mio lavoro in totale libertà, ne vado assolutamente fiera.

Infine, perché le relazioni sono la cosa più preziosa che abbiamo dopo la vita stessa, ho capito chi sono coloro che voglio al fianco. Amici vecchi e nuovi con i quali condivido valori, obiettivi e una visione reale del vivere, che nulla ha a che fare con i favoritismi, gli opportunismi, la mancanza di responsabilità e l’incapacità di saper guardare alla vita con obiettività.

Le persone speciali per ognuno di noi sono quelle che non sanno neppure cosa voglia dire il messaggio preformato “anche a te e famiglia”, che se ti apprezzano si ricordano di te, che se ti temono accettano la sfida, che sanno alzare la cornetta del telefono non solo quando hanno bisogno di qualcosa, per lamentarsi, ma per il piacere di sentire la tua voce, per il gusto di condividere un momento. Perché la tua presenza nelle loro vite ha valore. Non dimentichiamolo.

Grazie a tutti voi, e che sia un 2022 degno di tutti noi.

Valentina Rigano

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