A proposito della (non) elezione del Presidente della Repubblica

 

L’elezione della più alta carica dello Stato include inevitabilmente e naturalmente un coinvolgimento di aspetti ideali e valoriali. E diciamocelo, non ci siamo proprio…

Il Presidente della Repubblica dovrebbe incarnare i più alti valori del Paese, i principi cardine dello Stato, espressione degli ideali fondanti la Costituzione.

Senza necessariamente voler esprimere un giudizio di valore sulle persone e sui personaggi, sui leader di partito e sui capi dei movimenti politici che sono coinvolti in queste elezioni, ritengo che questa elezione, il dopo Mattarella (se tale effettivamente sarà), rappresenti al meglio il “triste” specchio del nostro Paese.

La verità, infatti, è che non si è in grado di trovare un figura di riferimento non perché non si voglia o perché i partiti non si riescano a mettersi d’accordo, ma perché questa figura non c’è.

Non c’è in questo momento una figura adeguata e carismatica in grado di rivestire con la necessaria autorevolezza questo ruolo.

È chiaro che la conseguente ricerca di figure “sostitutive” non può soddisfare tutti, proprio per le ragioni di inadeguatezza che ciascuno di loro manifesta, almeno in alcuni aspetti.

Non possono soddisfare i rappresentanti di una sola parte politica (destra o sinistra che sia, intendiamoci), non possono soddisfare soggetti improvvisamente presi da ambienti esterni e più disparati ed improvvisamente collocati ai vertici dello Stato e delle forze armate, siano essi professoroni di economia o diritto oppure 007 del più alto livello.

La verità è quella che ci siamo detti: non c’è alcuna figura politica di riferimento in grado di ricoprire con adeguatezza questo incarico. Ma non perché siamo in un periodo storico sfortunato dove non si trova la persona giusta, bensì perché viviamo un tempo in cui il disvalore è diventato abitudine, il non rispetto delle regole una prassi tollerata, la perdita di valori un dato di fatto.

Sono decenni ormai che i leader dei partiti politici non vengono scelti per capacità o quantomeno per un percorso formativo interno al partito, ma per emozioni di pancia che inducono a votare il più simpatico, il più ricco, quello che ci garantisce il reddito, il più comico, il più “maneggione”. E conseguenza ne sono le nomine dei vertici dei più importanti uffici ed organismi dello Stato, di qualsivoglia natura. Delle forze armate, della giustizia, degli esteri, dell’economia; in qualsiasi settore vengono collocati amici degli amici, i più fedeli, i più leali, i compagni di classe, i nipoti del cugino, il dentista, l’amica speciale.

È chiaro che alla lunga questo sistema crea dei buchi, sia di funzioni che di persone.

Ed è altrettanto chiaro che alla lunga non si riesca a trovare più una figura di riferimento in grado di rappresentare gli italiani e fare il Presidente della Repubblica.

D’altronde questo sistema aveva già mandato i primi segnali quando in uno dei momenti più difficili della storia del Paese legato alla grave pandemia tuttora in corso non si è stati in grado di trovare un referente politico serio tale da poter guidare il governo e portare il Paese fuori dal tunnel; ci si è dovuto rivolgere dapprima ad uno sconosciuto avvocato e poi al re della finanza e dell’economia, per carità bravo e competente, ma comunque, al momento, privo di qualsivoglia legittimazione popolare. Se viviamo ancora in una democrazia ed il popolo è sovrano permettete, signori, che forse una riflessione vada fatta. Soprattutto alla luce di chi infila, in una votazione seria, nomi a caso pensando che possano scatenare l’ilarità di qualcuno, quando invece fanno solo piangere…

Ecco, se un insegnamento dobbiamo trarre da questi anni di storia del nostro paese, indecorosamente guidato per anni da comici, di professione e di fatto, pagliacci ed esperti in aperitivi, perfetti sconosciuti e autoproclamatisi benedetti dall’altissimo, è che bisogna ricostruire dalle fondamenta la base di valori, ideali e principi dello Stato, non scevra dalla formazione di una classe dirigente, politica ed amministrativa, connotata da professionalità, capacità e serietà. Il nostro paese merita molto di più.

Merita un Presidente della Repubblica degno di questo nome e degno di rappresentare gli italiani, non solo quegli italiani che vivono la situazione attuale, ma anche quelli che per questo Paese hanno dato la vita.

Alias Giulio Cesare

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