Commemorazione vittime COVID: Fico parla di sanità e telemedicina, la coerenza?

“Oggi è bene investire in ciò che in vent’anni non avevamo fatto come avremmo dovuto – ha aggiunto -. E dobbiamo puntare a una sanità uniforme in tutta Italia”. Lo ha detto stamane il presidente della Camera Roberto Fico, dalla cerimonia per commemorare le vittime del Covid a Bergamo, dove due anni fa oggi hanno sfilato decine di camion militari che trasportavano le bare dei morti in altri cimiteri della regione.

 

“Ognuno ha fatto la sua parte, partendo dai sanitari”, ha proseguito, “soprattutto per proteggere i più deboli”. Oggi, ha detto il presidente della Camera, “è il momento del nostro dolore, ma serve avere la forza di non dimenticare e la capacità di far sì che quello che è successo non sia stato invano”. Parlando di sanità Fico ha detto che sia “giusto parlare dei limiti che ci sono stati e di cosa non ha funzionato per ripensare la sanità”.

 

Sono oltre seimila le vittime di Covid nella provincia di Bergamo, che oggi sono state celebrate con la deposizione di una corona da parte del presidente Fico, del vicesindaco di Bergamo, Sergio Gandi (il sindaco Gori non ha partecipato perché positivo al Covid) e dal prefetto di Bergamo Enrico Ricci.

 

Fico poi ha concluso: “oggi l’investimento nella sanità pubblica è fondamentale, vanno recuperati la telemedicina e il rapporto tra medico di base e paziente”.

 

LA MIA OPINIONE

 

Sul perché l’allarme partito da Alzano Lombardo non abbia prodotto immediate misure di contenimento sta indagando la Procura di Bergamo, ma per quanto é stato detto e fatto anche successivamente, le parole di Fico stonano. 

 

I medici che in due anni hanno assistito i pazienti in telemedicina e a domicilio sono stati tacciati di pressappochismo, di mentire (perché quelle persone sarebbero probabilmente guarite comunque da sole…), di operare fuori dal confine del lecito perché i pazienti si devono visitare. 

 

Come mai allora era stato ordinato ai medici di base di NON andare a casa dei pazienti? Come mai il fatto di aver curato in telemedicina é stato oggetto di critiche e continui attacchi, quando oggi il presidente della Camera ha precisato che la telemedicina vada RECUPERATA?

 

Come mai proprio oggi, e non due anni fa quando il Comitato lo chiese, si parla di protocolli e sanità unificata in tutta Italia?

 

Come mai il Governo si é battuto strenuamente contro tutte le proposte dei medici che hanno operato le cure domiciliari, se oggi un suo rappresentante parla della necessità di operare come loro hanno fatto?

 

La coerenza, questa sconosciuta. 

Valentina Rigano

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