Inclusione, genitorialità e il diritto di tutti
Genitore 1, genitore 2, uno due, uno due. Tutti ormai conoscono questa tiritera divenuta canzone per prendere in giro l’attuale Presidente del Consiglio Giorgia Meloni (finendo invece per fargli un favore con tanto di hit), che però oggi arriva di nuovo ad essere un punto di attrito tra diversi punti di vista, sentire differenti, esigenze, recriminazioni. Già, perché una coppia di donne é riuscita con una sentenza ad ottenere la dicitura tanto amata/odiata, ma non potrà essere applicato a tutti, se non con un singolo ricorso alla giustizia, caso per caso.
Subito pronte le polemiche, le vesti stracciate, il grido “fascisti” da una parte, a “esagerati adesso basta” dall’altra. Mi domando, ma perché? É così complicato lasciare la possibilità di scelta, per legge? Non o uno o l’altro per tutti, ma che ognuno scelga come desidera essere identificato. Io trovo molto semplice che si lasci mamma e papà, madre e madre per due donne, padre e padre per due uomini (poi lasciamo stare come siamo messi in questo paese sulle coppie gay), ma se non soddisfa e le coppie omosessuali preferiscono genitore 1 e 2, a me perché dovrebbe dare fastidio? Io però voglio restare mamma. Sono orgogliosamente donna, femmina, madre, con tutte le caratteristiche del caso, qualche stereotipo può darsi, ma mi ritengo libera di essere la donna che voglio, e come tale desidero continuare ad essere identificata. Il diritto di altri non deve ledere il mio, e viceversa, altrimenti non andiamo d’accordo. Se parliamo di inclusione, le battaglie per essa non possono generare una legge universale per tutti, perché altrimenti non dovrebbe chiamarsi inclusione ma cancellazione. Non siamo tutti uguali.
Per fare un esempio più comprensibile, il bagno gender free. Benissimo, sono d’accordissimo, ma non deve sostituire i bagni per uomo e donna. Se ne costruisca un terzo. Io non voglio utilizzare lo stesso bagno di un uomo, per questioni igieniche e anche di sicurezza e ho tutte le sante ragioni di recriminare questo diritto.
So già che verrò investita di polemiche per questi articolo, ma ormai ci ho fatto il callo. Eh già, perché anche tra coloro che si vestono di arcobaleno e di diritti, ci sono gli estremisti con lo stesso piglio di coloro che tanto affermano di voler combattere, violent* verbalmente, e che vorrebbero che il mondo fosse solo come loro se lo sono dipinto nella testa. No, non funziona così, l’inclusione vera non é mai aggressiva.
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