Dossier caso Soumahoro: la sua intervista e i documenti inediti

Di Max Rigano 

Il Deputato lascia Verdi e Sinistra e spiega le sue ragioni 

 

“Mi ha francamente stupito e amareggiato, ad eccezione di qualche parlamentare, l’assenza della solidarietà umana e del supporto politico da parte del gruppo Parlamentare Alleanza Verdi-Sinistra (AVS), con quale sono stato eletto da indipendente. Dopo un’attenta e sofferta meditazione sul piano umano e politico, ho maturato la decisione di aderire al Gruppo Parlamentare Misto”

Aboubakar Soumahoro dopo un mese di silenzio ha deciso di lasciare la coalizione che lo ha fatto eleggere alla Camera dei Deputati. Un attacco frontale a quanti – lui dice – lo hanno lasciato da solo .
Il deputato rivendica il fatto che una persona di colore va bene finché è un “negro da cortile”, finché protesta con gli striscioni – cosa che peraltro ho fatto mille volte, e non smetterò mai di fare – se è povero, se sta ai margini… Ma se prova a fare un salto di qualità immediatamente disturba.”

A suo giudizio la Lega Braccianti da lui creata “con i lavoratori dei campi – non solo stranieri, anche italiani – che si autodeterminano e si autogestiscono fa molta paura, toglie potere a un sistema di assistenzialismo che ha come obiettivo quello di mantenere lo stato di emergenza, semplicemente perché finché c’è emergenza ci sono soldi a pioggia per gestire l’emergenza, e – dal momento che nulla accade per caso – forse questo può far comprendere perché vi sia stato così tanto ingiustificato accanimento nei miei confronti.”

Per Soumahoro insomma l’immigrazione è un business che in tanti – aggiunge – non vogliono modificare

Pare invece che si voglia fare solo ‘lifting’, senza modificare le cose nel profondo. “Insomma, io ho un grande peccato da espiare: non volermi piegare a certe logiche di potere mi ha procurato numerosi nemici, in eguale quantità sia a destra che a sinistra”.

La vicenda cooperativa


Aboubakar, inciampato in una brutta vicenda sulla gestione di una cooperativa di immigrati gestiti dalla suocera e dalla moglie e che gli ha creato parecchi problemi soprattutto per quanto da lui affermato davanti alle telecamere in diverse trasmissioni e per un video in cui piangendo chiedeva il perché di tanto accanimento contro di lui, smantella punto per punto molte delle informazioni – a suo giudizio – frutto di una campagna di accanimento. La casa innanzitutto, comprata a 360.000 Euro, con un mutuo di 270.000. Il che significa che 90.000 Euro sono stati dati in anticipo.
Aboubakar mostra le buste paga avute come sindacalista Usb e pubblica anche la sua dichiarazione dei redditi. Cosi facendo – de facto – smentisce quelle dichiarazioni rese da Giletti in cui affermò a Non è l’Arena di aver pagato la casa con i proventi del suo libro.

Il succo però, il tema di maggiore interesse, è quello della cooperativa Karibu e del consorzio Adi. L’accusa che gli viene mossa è che non potesse non sapere quanto posto in essere da sua moglie, Liliane Muraketete, e sua suocera, Maria Therese Mukamitsindo.

L’onorevole replica cosi:
“Vorrei porre io una domanda: le indagini sulla Karibù si sono sviluppate tra il 2015 e il 2019, e nel frattempo gli enti pubblici hanno continuato a collaborare con la Cooperativa, anche perché – secondo il Comune di Roma – la situazione appariva regolare dal punto di vista amministrativo fino al mese di ottobre 2022. Mi chiedo allora: a chi spettava controllare? Al ministero degli Interni, ai Comuni territorialmente competenti e agli altri Enti locali? O è Aboubakar Soumahoro che avrebbe dovuto sostituirsi ad essi? Il deputato s’interroga dunque sulle ragioni per cui nessuno al Comune di Roma ha eccepito nulla sulla situazione della Cooperativa fino a poco più di 2 mesi fa.

“La verità è che non ho mai tratto alcun vantaggio dalle attività della Cooperativa Karibu; non sono mai stato membro né delle cooperative né dei loro Consigli di amministrazione, non ho mai prestato consulenze ai loro Enti, e chiunque affermi il contrario sta mentendo e formulando accuse inventate, senza nessuna prova.”

A questo aggiunge comunque – riferito alla moglie – che “A fine 2021 lessi da alcuni articoli di stampa sulla mancata retribuzione ad alcuni dipendenti della Karibu e – pur non avendo alcun interesse diretto nelle cooperative – chiesi immediati chiarimenti a riguardo. Venni informato del fatto che non erano ancora pervenuti tutti i soldi necessari per pagare gli stipendi, che si erano sollecitati gli Enti pubblici, e – così mi venne detto – che auspicabilmente tutto si sarebbe risolto in tempi ragionevoli. La cooperativa aveva un’ottima reputazione in quanto premiata e apprezzata da molti giornali e politici locali e nazionali”, (Aboubakar allega un servizio del Sole 24 ore in cui si tessevano le lodi della madre di sua moglie quale migliore imprenditrice africana per gli immigrati in Italia) manifestazione che in effetti avvenne e che vide premiare la signora Mikamitsindo dal presidente della Camera Laura Boldrini. “Dunque non avevo motivo di ritenere vi fossero criticità insanabili, a parte una temporanea difficoltà di cassa, purtroppo abbastanza frequente per chi opera con progetti finanziati da fondi pubblici. In ogni caso, ho totale fiducia nella Magistratura, e se sono stati commessi degli errori, chi li ha commessi pagherà” – chiosa Soumahoro. Sapendo bene che tra le persone perseguibili c’è anche la madre di suo figlio.

Quanto alle accuse – mosse da una nota emittente privata nazionale – di aver raccolto danaro per i bambini di Borgo Mezzanone cui doveva essere fatta una consegna poi mai avvenuta, Soumahoro mostra un video di quel giorno in cui scoppiò un incendio all’interno di quel campo, dove gli immigrati del foggiano ‘vivevano’. E che impedì che la consegna potesse essere fatta.

Ecco il documento ufficiale di Soumahoro con tutta la documentazione e le testimonianze.

 

La mia opinione 

Il caso, le responsabilità, saranno appurate dalla magistratura. Personalmente trovo difficile che l’onorevole Soumahoro non sapesse nulla di ciò che accadeva nella cooperativa gestita dalla persona con cui condivide l’esistenza, ma resta appunto la mia opinione. Qui però, il concetto è un altro. 

Lui attacca la Sinistra, quella stessa Sinistra alla quale si è legato pensando di portare avanti battaglie e conquistarsi un “posto nel mondo” in Italia, e che però nel momento della crisi lo ha gentilmente “rimesso al suo posto“. Questo sostiene, nell’intervista rilasciata al collega e amico Max Rigano, qui sopra pubblicata. Quello che denuncia, di fatto, è l’esistenza di un sistema di potere e interesse, secondo il quale l’emergenza immigrazione deve restare emergenza, secondo cui lo straniero, soprattutto quando africano, in Italia va bene fin quando resta un disperato da aiutare, perché intorno ci sono persone pronte a tendere la mano. Una mano che poi si ripone felicemente in tasca, piena di soldi …

Francamente è la visione che ho sempre avuto anche io. Medici, ricercatori, conduttori TV, quanti di costoro sono immigrati? Praticamente nessuno. Quando accade finiscono sui giornali, come il caso raro, la stella cometa a cui dare la pacca sulla spalla, come se fosse un impresa epica a cui pochi possono aspirare. Vero, nel nostro Paese è drammaticamente così. Gli immigrati ci servono arrabbiati, poveri, lontani dalle stanze dei bottoni, perché così qualcuno si arricchisce e la politica, certa politica, prospera, così come prosperano Governi europei che da secoli sfruttano le risorse di vecchie colonie, di fatto utilizzandole ancora come fossero tali, coperte da sorrisi e proclami pro accoglienza. 

A me personalmente ogni caso di possibile lucro su enti di beneficenza fa rivoltare lo stomaco, e se anche in questo saranno accettate responsabilità mi auguro che le pene siano esemplari. Ma potrebbe anche esserci una seconda ipotesi, quella da lui sostenuta. E se avesse davvero pestato i piedi alla macchina da soldi utile a tanti?

Valentina Rigano

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